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Inquinamento libero grazie al nuovo segreto commerciale?

La Commissione europea prepara una direttiva che estende a dismisura il segreto commerciale. Aumentano i rischi di inquinamento e mancanza di trasparenza

Inquinamento libero grazie al segreto commerciale

 

(Rinnovabili.it) – Inquinamento libero per tutti, tanto non sarà colpa di nessuno. Sembra dire questo la nuova proposta di direttiva stilata dalla Commissione europea e attualmente all’esame del Parlamento. L’ha impugnata il Corporate Europe Observatory (CEO), gruppo di ricerca che si occupa di portare alla luce tutti i loschi affari delle lobby che si intrecciano con la burocrazia europea e ne influenzano le normative a scapito della collettività.

 

I ricercatori/attivisti del CEO hanno fatto un appello contro la bozza di direttiva, che mira ridefinire il concetto di protezione dei “segreti commerciali” delle imprese, utilizzando definizioni tanto ampie ed eccezioni così deboli «da mettere in serio pericolo l’ambiente, la salute e la trasparenza». Il lavoro di giornalisti, informatori, sindacalisti e ricercatori sarebbe irrimediabilmente compromesso: verrebbero abbassate le responsabilità delle imprese e una cortina di fumo calerebbe sulla trasparenza dei dati aziendali.

A meno di radicali modifiche da parte del Consiglio e del Parlamento europeo, spiega il CEO in un comunicato, la direttiva proposta potrebbe mettere in pericolo la libertà di espressione e di informazione, responsabilità delle imprese, la condivisione di informazioni, forse anche l’innovazione nell’Ue. Le aziende dei settori salute, ambiente e alimentare potrebbero rifiutare i criteri di trasparenza, anche quando c’è in ballo l’interesse pubblico. Ecco alcuni campi in cui si avvertirebbe il peso di una decisione sbagliata.

 

Ambiente

La protezione del segreto commerciale può essere usata per negare informazioni sui prodotti pericolosi dell’industria chimica. Le aziende possono invocare un tale diritto per nascondere le informazioni sulle sostanze chimiche usate per produrre oggetti in plastica, abbigliamento, prodotti per la pulizia e altri oggetti, nonostante queste possano causare gravi danni all’ambiente e alla salute. Potrebbero anche utilizzare la direttiva per negare informazioni sullo scarico di sostanze chimiche, tra cui i fluidi del fracking o il rilascio di tossine nell’aria.

 

Salute

Le aziende farmaceutiche sostengono che tutti gli aspetti dello sviluppo clinico dovrebbero essere considerati segreto commerciale. L’accesso ai dati di ricerca biomedica da parte di autorità di regolamentazione, ricercatori, medici e pazienti – in particolare i dati sulla efficacia dei farmaci e reazioni avverse da farmaci – è tuttavia di grande importanza al fine di proteggere la sicurezza del paziente e la conduzione di ulteriori ricerche e analisi indipendenti. Dovrebbe essere fatto il contrario, secondo il CEO: ossia ampliare condivisione e trasparenza dei dati.

 

Sicurezza alimentare

Secondo la normativa europea, tutti i prodotti alimentari, gli organismi geneticamente modificati (OGM) e i pesticidi sono regolati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Gli studi tossicologici su cui l’EFSA si basa per valutare i rischi associati a questi prodotti sono, comunque, effettuati dai produttori stessi. Un esame scientifico delle valutazioni dell’EFSA da parte di terzi è possibile solo con l’accesso completo a questi studi. Le aziende sostengono, tuttavia, che tali informazioni contengano dati commerciali riservati e si oppongono fortemente alla loro divulgazione. Ma, sostiene il Coroporate Europe Observatory, «è essenziale che il lavoro di valutazione del rischio degli enti pubblici sia adeguatamente monitorato dalla comunità scientifica. Tutti i dati che questi enti pubblici utilizzano devono pertanto essere esentati dal campo di applicazione della direttiva».