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Inquinamento: Pechino smaschera le bugie di 4 regioni

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Indagine anti inquinamento finalizzata a migliorare il rispetto delle norme ambientali

 

(Rinnovabili.it) – A parole tutto a posto, ma poi nella realtà gli sforzi fatti dalla Cina nella lotta contro l’inquinamento sarebbero falsi o superficiali. È quanto emerge da un’indagine del Ministero dell’Ambiente cinese che accusa quattro regioni di aver falsificato la conformità agli standard di inquinamento imposti dal governo. Nel mirino sarebbero finite le province di Henan e Yunnan, così come la regione del Guangxi e parti della provincia del Guangdong vicino a Hong Kong, queste ultime punite per non essersi assunte la responsabilità delle violazioni. Per migliorare il rispetto delle norme ambientali, il governo centrale ha inviato squadre in tutta la Cina per accertare quanto è stato fatto per correggere le migliaia di problemi identificati durante le ispezioni precedenti.

 

Stando a quanto riportato sul rapporto stilato, la provincia di Henan, nella Cina centrale, non è riuscita a demolire le costruzioni industriali illegali nelle riserve naturali protette e, negli ultimi due anni, avrebbe speso solo il 5% del finanziamento di 87 milioni di yuan (12,55 milioni di dollari) stanziato dal governo centrale per proteggere le zone umide. La regione sud-occidentale del Guangxi, invece, è stata accusata di non riuscire a frenare le importazioni illegali di rifiuti e lo scorso anno ha visto un peggioramento dell’inquinamento di aria e acqua; non ha affrontato, inoltre, l’inquinamento causato dall’allevamento di bestiame e pollame.

 

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La provincia dello Yunnan, infine, anch’essa nella Cina sud-occidentale, stava ancora pagando per le violazioni compiute e ha contemporaneamente dovuto affrontare enormi problemi per arginare l’inquinamento imputabile all’allevamento di bestiame e alla produzione di metalli pesanti. Solo 15 dei 173 produttori di metalli non ferrosi su larga scala della provincia sono stati inclusi in un elenco di aziende che rispettavano gli standard del settore; molti piccoli impianti, poi, si sono espansi illegalmente eliminando gli scarichi senza permesso. A giugno, hanno riferito gli ispettori inviati dal governo, Yunnan Luoping Zinc & Electric, un importante produttore di metalli della provincia, non aveva ancora smaltito quasi 100.000 tonnellate di scorie pericolose identificate durante le ispezioni dello scorso anno e altre 100.000 tonnellate di rifiuti si erano accumulate in un altro sito; il produttore avrebbe annunciato ad agosto di aver risolto tutti i suoi problemi ambientali in sospeso e di aver firmato accordi con aziende di riciclaggio e trasporto di rifiuti.

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