«Per questo mese saranno disponibili solo i dati del Beijing Environmental Protection Bureau». Così Pechino nega le informazioni sull'inquinamento ai cittadini
(Rinnovabili.it) – Hanno vietato di bruciare le offerte funerarie, chiuso fabbriche e ristoranti, fermato la distribuzione e tolto milioni di auto dalle strade. Ma i leader cinesi non sono riusciti a diradare la coltre di inquinamento che nasconde l’azzurro del cielo ormai da tempo immemore sulla capitale Pechino. Il vice premier Zhang Gaoli aveva dichiarato che assicurare un’aria pulita per l’Apec (Asia Pacific Economic Cooperation) sarebbe stata la priorità delle priorità. Ma il vertice dei leader mondiali, che durerà fino a domani, si è svolto in mezzo alla nebbia di smog. I dati dell’ambasciata americana hanno registrato livelli di inquinamento sei volte superiori ai limiti stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità (153 microgrammi per metro cubo quotidiani contro i 25 di sicurezza). Per evitare di perdere la faccia, Pechino ha avuto la bella pensata di negare l’accesso ai dati statunitensi per i dispositivi elettronici cinesi.
Dalle app degli smartphone e dai siti web cinesi, che normalmente includevano le statistiche USA accanto a quelle governative, le prime sono state rimosse. Le app che riportavano i dati sull’inquinamento americani, ieri hanno visto una crescita costante fino all’ora di pranzo, per poi registrare un crollo immediato all’impossibile zero. Sul Beijing-air site, si legge che «per questo mese, dietro istruzione del governo, saranno disponibili solo i dati sulla qualità dell’aria del Beijing Environmental Protection Bureau».
Secondo Pechino, infatti i numeri americani sarebbero inaffidabili perché basati sul campionamento in un unico punto della capitale.
Ottobre è stato un mese nero per l’inquinamento, con molte industrie che hanno aumentato la produzione sapendo che durante l’Apec avrebbero dovuto fermarla. I partecipanti alla maratona di Pechino, quando non l’hanno proprio disertata, hanno corso con le mascherine in mezzo a 344 microgrammi per metro cubo di pm 2.5. Pur tentando la terapia d’urto per “far passare la nottata” del vertice asiatico-pacifico senza critiche, il governo ha fallito. Molti inquinatori hanno disatteso le prescrizioni, tenendo ugualmente aperte le fabbriche, negando l’accesso agli ispettori o mandando gli impianti a pieno regime durante la notte.