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Inquinamento oceanico, un sensore ti dice dove e come

Inquinamento oceanico, un sensore ti dice dove e come

 

(Rinnovabili.it) – L’inquinamento oceanico aumenta ogni giorno e sapere dove e come intervenire può davvero fare la differenza per tutti gli esseri viventi legati a questo ecosistema. Per rendere le operazioni di monitoraggio più semplici e immediate un gruppo di ricercatori dellUniversità  Politecnica di Valencia, hanno realizzato una nuova classe di sensori intelligenti: i dispositivi sono infatti capaci non solo di rilevare le sostanze inquinanti anche in quantità molto piccole, ma perfino di stabilire l’esatta dimensione e posizione dell’area inquinata.

 

Jaime Lloret, dell’Istituto di ricerca per la gestione integrata delle zone costiere dell’Ateneo, spiega che, “a seconda del tipo di contaminanti, può essere necessario ricorrere a una o un’altra tecnica di rimozione. Tuttavia, senza dubbio, la cosa più importante è quella di rilevare rapidamente le sostanze tossiche, al fine di evitare un maggiore impatto e poter così ridurre i danni nella zona interessata”. In questo senso, – continua la ricercatrice – in caso di fuoriuscite di petrolio, la situazione risulta particolarmente critica, “dal momento che è quasi impossibile da eliminare completamente se la decontaminazione non si avvia immediatamente”.

 

La tempestività è davvero tutto. Ecco perché i sensori intelligenti dell’Università di Valencia consentono l’immediata individuazione e la delimitazione di rifiuti tossici, gasolio e idrocarburi in generale, in qualsiasi specchio d’acqua. Testato in condizioni di laboratorio, il sistema si è rivelato in grado di rintracciare anche piccolissime concentrazioni di inquinanti chimici, mappando la loro esatta posizione e diffusione.

 

Grazie ad un algoritmo intelligente, il sistema sviluppato dai ricercatori spagnoli opera incorporato in piccoli dispositivi galleggianti, e consiste di nodi wireless in grado di muoversi verso la fine della “chiazza” di inquinamento cercando i suoi bordi.

“I nodi – spiegano gli scienziati – utilizzano i dati raccolti in tempo reale tramite i propri sensori sugli idrocarburi sversati e la loro posizione relativa per cercare i margini dalla fuoriuscita i cercare i bordi della fuoriuscita, il punto in cui l’acqua contaminata incontra quella pulita. In questo modo il sistema è in grado di fornire informazioni circa l’esatta ubicazione e l’estensione della marea nera”.

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