(Rinnovabili.it) – Gli effetti dell’inquinamento stradale sulla salute vengono normalmente associati a disturbi dell’apparato respiratorio come bronchiti e enfisemi, malattie cardiache, ictus, cancro ai polmoni e infezioni acute. Molto meno scontata è invece la relazione fra le sostanze nocive prodotte dal traffico veicolare e altri tipi di patologie. Un nuovo studio, condotto da scienziati della Public Health Ontario e pubblicato sulla rivista specializzata The Lancet, dimostra che esiste una correlazione fra esposizione al traffico e demenza.
Chi vive nei pressi di importanti arterie stradali ha il 12% di probabilità in più di sviluppare una patologia come la demenza – gruppo nel quale rientrano disordini di perdita della memoria come, ad esempio, l’Alzheimer – rispetto a chi vive più distante dal traffico.
Gli autori della ricerca hanno monitorato l’intera popolazione adulta della provincia canadese dell’Ontario, in tutto oltre 6,5 milioni di persone, nel corso del decennio 2001-2012. Incrociando poi i dati medici personali con i codici postali, sono riusciti a determinare il grado di prossimità a strade molto trafficate (autostrade, superstrade o tratti stradali normalmente congestionati a più corsie).
I cittadini che vivono entro un raggio di 50 metri da una di queste arterie stradali hanno una probabilità dal 7 al 12% maggiore degli altri di sviluppare la demenza. La variabilità della percentuale dipende anche da fattori come il periodo di tempo per cui si vive in un dato luogo e se è localizzato in un’area urbana o rurale. Gli scienziati hanno poi verificato che più si vive distanti dal traffico, più il rischio per la salute scende: a 200 metri da una strada trafficata i residenti non mostrano più un’incidenza di demenza superiore alla norma.
Che il traffico, questo killer silenzioso che in tutto il mondo fa milioni di morti ogni anno, sia associabile a malattie neurodegenerative, è un’ipotesi che sta trovando sempre più conferme. Pochi mesi fa alcuni scienziati della Lancaster University hanno scoperto la presenza di milioni di nanoparticelle di ossido di ferro per ciascun grammo di tessuto cerebrale in soggetti esposti all’inquinamento stradale. Si tratta di sostanze altamente tossiche che vengono normalmente correlate a malattie degenerative del sistema nervoso. La loro forma liscia e rotonda, spiegavano gli scienziati, è compatibile soltanto con quelle emesse dai motori delle automobili o dai sistemi di frenata dei veicoli, dove si sviluppano le alte temperature necessarie per conferire loro quelle caratteristiche distintive.