(Rinnovabili.it) – Esce oggi la relazione dell’Agenzia europea per l’Ambiente (EEA), che in apertura di COP 21 diffonde dati che non lasciano scampo ad interpretazioni: l’inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale per la salute in Europa. L’esposizione al particolato fine (pm 2,5), il biossido di azoto (NO2), l’ozono troposferico (O3) e agli altri composti organici volatili riduce l’aspettativa di vita delle persone, esponendole a malattie cardiache, problemi respiratori e cancro. Le micro polveri sottili (pm 2,5) rappresentano il primo killer, con 403 mila vittime nell’Ue a 28 e 432 mila nel complesso dei 40 Paesi del continente considerati dall’AEA. Il biossido di azoto, invece, miete 72mila vittime precoci nei 28 Paesi dell’Ue e 75mila in tutti i 40 Paesi europei. L’ozono, rispettivamente, 16 e 17 mila.
Secondo lo studio, inoltre, la maggior parte degli abitanti delle città continua ad essere esposta a livelli di inquinanti che l’Organizzazione mondiale della Sanità (WHO) non ritiene sicuri. Nei prossimi 20 anni, scrive un rapporto di marzo del watchdog europeo, il fenomeno potrebbe crescere ancora.
«Nonostante i miglioramenti continui degli ultimi decenni, l’inquinamento atmosferico incide ancora sulla salute degli europei, riducendo la qualità e l’aspettativa di vita – ha affermato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA – Inoltre, ha un impatto economico notevole, poiché aumenta i costi sanitari e riduce la produttività con la perdita di giorni lavorativi in tutti i settori dell’economia».
L’Agenzia ha stilato anche una classifica nazionale delle morti premature per inquinamento atmosferico: l’Italia occupa il primo posto per tutti i principali inquinanti: 59.500 decessi sono dovuti alle pm 2,5, 21.600 al biossido di azoto e 3.300 all’ozono troposferico. In tutto, si tratta di 84.400 vittime premature causate nel solo 2012. Cifre da pulizia etnica. Nel nostro Paese, l’area più colpita è la Pianura padana: Brescia, Milano, Monza e Torino superano il limite Ue di 25 microgrammi di polveri per metro cubo d’aria l’anno. Ma il tetto europeo è due volte e mezza più alto di quello considerato sicuro dall’OMS, 10 microgrammi per metro cubo. Se prendiamo questo limite, anche Roma, Napoli, Firenze, Bologna e altre città sono in pericolo.