Livelli di inquinamento inferiori a quelli considerati “sicuri” nell’Unione europea si legano comunque ad un aumento dell’infarto miocardico acuto
(Rinnovabili.it) – Secondo una ricerca dell’Università di Bruxelles, l’esposizione a livelli di inquinamento considerati “sicuri” sarebbe correlata con un notevole aumento del rischio di attacchi cardiaci gravi. La soglia di sicurezza presa in esame dagli esperti era ben al di sotto dei limiti in vigore nell’Unione europea.
Lo studio si è concentrato su particolato e biossido di azoto, per indagare gli effetti a breve termine dell’esposizione a livelli comuni di inquinamento atmosferico sull’aumento del tasso di infarto del miocardio acuto. Si tratta di un particolare e pericoloso attacco di cuore, innescato dal blocco prolungato del flusso di sangue che genera squilibrio fra richiesta e offerta di ossigeno del cuore. Fra tutte le complicazioni cardiache, questa determina nella maggior parte dei casi la prognosi peggiore.
L’inquinamento atmosferico più comune è un mix di particolato fine (PM2.5) e gas inquinanti (biossido di zolfo, il biossido di azoto e ozono), che hanno la capacità di entrare in profondità nelle vie respiratorie. In Belgio, tra il 2009 e il 2013, ci sono stati 11.428 ricoveri per infarto miocardico acuto. I ricercatori hanno scoperto che aumenti pari a 10 μg/m³ nelle concentrazioni di PM2.5 nell’ambiente erano associati con una crescita del 2.8% degli attacchi, mentre un aumento di 10 μg/m³ dell’NO2 era legato ad un rischio maggiore del 5,1%. Queste correlazioni sono state osservate nel campione maschile, più vulnerabile di quello femminile.
Inoltre, le persone con più 75 anni sono risultate particolarmente colpite dall’esposizione alle PM10, mentre quelle di età inferiore ai 54 sono stati più colpiti dall’esposizione al biossido di azoto.
«Considerando che l’NO2 è più legato alle emissioni dei veicoli – chiariscono i ricercatori – una spiegazione per questo risultato potrebbe essere l’esposizione della popolazione più giovane ad un eccesso di biossido di azoto da traffico stradale a causa delle loro attività sociali e professionali. L’impatto negativo dell’NO2 supera quello delle polveri sottili e solleva nuove preoccupazioni per la salute pubblica».