Forte evidenza tossicologica tra inquinamento da ozono e effetti avversi su salute umana
(Rinnovabili.it) – Quali sono gli oneri sanitari derivanti dall’esposizione all’ozono a lungo termine? È questo l’argomento di indagine dello studio Measurement-based assessment of health burdens from long-term ozone exposure in the United States, Europe, and China pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Research Letters, che è andato a stimare appunto quali siano gli impatti sanitari di una esposizione prolungata all’ozono. Questo elemento si forma attraverso processi fotochimici in presenza di precursori come gli ossidi d’azoto e i composti organici volatili; se si esclude il particolato, è l’inquinante atmosferico che incide maggiormente sulla salute umana, sia per tossicità che per i livelli di concentrazione raggiunti. Stando a quanto diffuso dagli autori dello studio, proprio l’ozono avrebbe causato 34.000 morti negli USA, 32.000 in Europa e 200.000 in Cina, per un totale di 266.000 morti premature dovute a problemi respiratori nel 2015.
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Gli studiosi hanno avuto la possibilità di calcolare la mortalità respiratoria prematura nei tre continenti presi in esame grazie a una gran mole di dati a disposizione, raccolti attraverso le stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria distribuite negli Stati Uniti, in Cina e in Europa; tali dati sono stati poi ombinati con quanto emerso da due studi sulla prevenzione del cancro condotti dall’American Cancer Society. In passato la ricerca si era concentrata sugli effetti a breve termine dell’ozono; adesso, invece, l’oggetto dell’indagine sono proprio le conseguenze che questa esposizione comporta a lungo termine, scoprendo che esiste una forte evidenza epidemiologica e tossicologica che mette in collegamento l’esposizione all’ozono con effetti avversi sulla salute umana. Per questo lo studio fornisce un vincolo osservazionale sui successivi oneri sanitari per i tre continenti.
I dati per gli Stati Uniti sono stati acquisiti dalla Community Modeling and Analysis System Data Clearinghouse, quelli per l’Europa da EU Air Quality e-reporting e quelli per la Cina invece dal Centro di monitoraggio ambientale municipale di Pechino.