(Rinnovabili.it) – La cattiva pratica di bruciare i rifiuti sta immettendo nell’atmosfera molti più componenti nocivi di quanto si credesse. A denunciarlo è un nuovo studio condotto dal National Center for Atmospheric Research, che rivela come il 40% della spazzatura prodotta a livello mondiale vien oggi data in pasto alle fiamme, immettendo di conseguenza nell’aria gas e particelle che possono influenzare notevolmente la salute umana e i cambiamenti climatici. L’indagine fornisce delle stime approssimative, paese per paese, delle sostanze inquinanti – come il particolato, monossido di carbonio, e il mercurio – che vengono rilasciate durante la combustione dei rifiuti.
I dati elaborati dal Centro differiscono dai molti documenti ufficiali pubblicati sul tema, in quanto, a differenza delle emissioni degli inceneritori commerciali, quelle prodotte dai rifiuti bruciati a livello domestico o illegalmente non vengono denunciate alle agenzie ambientali e sono quindi lasciate fuori dagli inventari nazionali d’inquinamento atmosferico. “L’inquinamento atmosferico in gran parte del Terra è notevolmente sottostimato dal momento che nessuno sta considerando la combustione a cielo aperto della spazzatura”, ha affermato Christine Wiedinmyer, autore principale dello studio. “La combustione incontrollata di rifiuti è invece una delle principali fonti di sostanze inquinanti, e dovrebbe ricevere più attenzione”.
Per stimare le emissioni provenienti dai roghi di spazzatura, Wiedinmyer e i suoi co-autori hanno confrontato i dati di popolazione e produzione pro capite di rifiuti con i conteggi ufficiali di smaltimento rifiuti per ogni paese. Il risultato? Ben 1,1 miliardi di tonnellate, ovvero 41 per cento del totale dei rifiuti prodotti in tutto il mondo sono smaltiti attraverso roghi non regolati ogni anno. Secondo quanto riportato dal documento, dai roghi illegali deriva il 29% delle emissioni globali umane di PM2,5, così come il 10% di mercurio e il 40% di gas idrocarburi policiclici aromatici. E benché si tratti di un fenomeno globale, la pratica risulta diffusa soprattutto nei paesi in via di sviluppo dove esistono meno impianti di smaltimento. I responsabili delle maggiori emissioni da incendi di spazzatura sono Cina, India, Brasile, Messico, Pakistan e Turchia.