(Rinnovabili.it) – Centinaia di migliaia di europei moriranno prematuramente nei prossimi vent’anni. La nefasta profezia viene dallo State of the Environment Report, pubblicato oggi dall’Agenzia europea per l’Ambiente. L’AEA punta il dito contro l’immobilismo dei governi nell’affrontare il gravissimo problema dell’inquinamento atmosferico.
Nel 2011, l’ultimo anno per il quale i dati sono stati raccolti in maniera affidabile, il watchdog europeo sull’ambiente stima che siano morte a causa dei fumi tossici oltre 400 mila persone.
Ci sono stati alcuni successi: l’inquinamento delle acque costiere è calato in molte regioni negli ultimi due decenni, così come non è più consentito scaricare le acque reflue non trattate nelle zone balneari. Nel complesso, anche le emissioni di gas serra sono state ridotte. Ma l’AEA ha avvertito che anche se in settori come l’inquinamento industriale, l’inquinamento dell’aria e la gestione dei rifiuti l’Ue sta facendo buoni progressi, le prospettive da qui a vent’anni sono sempre più cupe su tutti i fronti ambientali.
L’agenzia ha valutato gli indicatori ambientali chiave con un sistema “semaforico” (verde, giallo, rosso), semplice e di immediata comprensione: un colore viene affiancato ai comparti sia per valutare il loro stato attuale, sia per indicare come si presenteranno dopo il 2030. In questo modo viene dato un giudizio anche sulle politiche a lungo termine messe in campo dall’Unione.
E il giudizio è totalmente negativo. Nessuno dei 20 indicatori chiave ha ricevuto un semaforo verde nella valutazione del suo stato tra vent’anni.
Nel rapporto, l’AEA ha esortato i governi degli Stati membri di adottare una visione più «unitaria» delle tematiche ambientali. Lo studio ha identificato, tra i problemi chiave, la mancanza di regolamenti che affrontino in maniera onnicomprensiva diversi aspetti del danno ambientale. Un esempio della miopia europea (al netto degli interessi di lobby che spesso vengono messi davanti alla salute dei cittadini dalla legislazione Ue)? L’enorme investimento sul diesel degli anni passati. Se è vero che incentivare il gasolio ha ridotto un pizzico la dipendenza da combustibili fossili nel settore dei trasporti, grazie alla maggior efficienza del carburante, è anche vero che ha fatto schizzare ancora più in alto l’inquinamento atmosferico.
Ecco perché Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA, ha chiesto un approccio «sistemico» per proteggere l’ambiente in Europa. «Non è sufficiente a guardare a questi problemi separatamente, perché sono interconnessi e il modo in cui li studiamo, li misuriamo e li risolviamo deve tener conto di questa interconnessione».