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Gli indiani non si vendono al colosso del gas naturale

Gli indiani non si vendono al colosso del gas naturale 1

 

(Rinnovabili.it) – Quando gli hanno offerto 180 milioni di dollari per le loro terre, hanno detto no. Gli indiani Lax Kw’alaams, che abitano la regione della Columbia Britannica, tra Canada e Alaska, hanno le idee chiare: la patria non si vende ai produttori del gas naturale. Eppure, a conti fatti, ci avrebbero guadagnato circa 320 mila dollari a testa. Sarebbe bastato cedere i terreni alla Pacific Northwest Lng, gruppo che fa riferimento al colosso Petronas, intenzionato a costruire un impianto per l’esportazione del GNL.

 

Il piano dell’azienda è parte di un progetto più ampio, che prevede di trasportare il gas lungo una pipeline di 950 chilometri. Dopo il processo di liquefazione, l’idea è caricarlo sulle navi per l’export in Asia. Gli impianti troverebbero posto sull’isola di Lelu e sul banco di sabbia Flora Bank, situato nella foce del fiume Skeena. I due punti verrebbero collegati tramite un ponte sospeso, e il traffico navale nel breve spazio che li separa crescerebbe esponenzialmente.

 

Gli indiani non si vendono al colosso del gas naturale-

 

Ma quelle terre appartengono ai Lax Kw’alaams, che non vogliono mollarle: inoltre, la legge del Canada prevede che vengano avviate consultazioni con le comunità, un collo di bottiglia in cui il gigante del gas è obbligato ad infilarsi. Sono cinque le tribù di indigeni ancora presenti sul territorio, e tra queste soltanto i Lax Kw’alaams hanno detto di no alle offerte di compensazioni. Non è stata esclusa una nuova discussione in futuro, è vero, ma in tre voti separati si è sempre registrata l’unanimità del gruppo contro l’impianto del gas. La proposta è stata bocciata perché i Lax Kw’alaams sarebbero stati esclusi dall’isola di Lelu, dove si recano per cogliere piante officinali.

 

Il capotribù, Stewart Phillip, ha spiegato al Globe and Mail che «i nostri anziani ci ricordano che il denaro è come la polvere, spazzata presto via dal vento, mentre la terra è per sempre».

Intorno alla comunità intanto, si muovono gli interessi del governo provinciale, che ha rinnovato il suo impegno a promuovere il progetto. L’ultimo via libera tocca alla Canadian Environmental Assessment Agency, la cui decisione è prevista entro l’autunno.

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