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Incendi in Australia: il ruolo del cambiamento climatico

incendi dolosi
Credit: Bertknot (CC BY-SA 2.0)

 

(Rinnovabili.it) – Continua a salire la conta delle vittime, umane ed animali, degli incendi in Australia che da ottobre dello scorso anno a queste prime giornate del 2020 hanno percorso già 8 milioni di ettari tra Nuovo Galles del Sud, Victoria, Sud Australia e Queensland.  E in uno scenario sempre più tragico e preoccupante, il territorio si trova in queste ore a combattere non solo con il fuoco ma anche con la verità sulle sue cause dei roghi.

Ecco perché oggi c’è chi cerca di fare chiarezza e smentire le informazioni sbagliate o false circolate su giornali e social network. E’ il caso del  professore Timothy Graham dell’Università del Queensland che ha denunciato in queste ore la pericolosa  azione di disinformazione circolata in rete per attribuire l’intera responsabilità degli incendi in Australia alla mano dei piromani. Come riporta anche il quotidiano inglese The Guardian parte dello studio di Graham è consistito nell’esaminare tutti i contenuti pubblicati con l’hastag #ArsonEmergency su Twitter: una valutazione che ha permesso di portare alla luce una “campagna  orchestrata e condotta in rete con profili falsi e messaggi fuorvianti con il chiaro intento mettere in secondo piano il ruolo dei cambiamenti climatici e drammatizzare il ruolo di incendiari e piromani.

 

Eppure, i numeri sulla portata del cambiamento climatico parlano chiaro: come dimostrato anche  dai dati Copernicus appena diffusi, quello appena conclusosi è stato il secondo anno più caldo della storia e, per l’Australia, anche il più secco degli ultimi 110 anni, registrando oltre un terzo delle precipitazioni in meno. Nel Paese, le temperature medie sono state 1,5 gradi più alte rispetto alla media 1961-1990 e le massime più alte di oltre 2°C. Appiccati dall’uomo o divampati in modo naturale, i focolai hanno trovato terreno fertile a causa di un clima arido e di una siccità devastante e senza precedenti.

 

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Incendi in Australia e disinformazione, il commento del WWF

Amplificare il ruolo degli incendi dolosi e minimizzare quello delle condizioni anomale in cui gli incendi si sono sviluppati, ha commentato WWF riprendendo la notizia, altro non è che un atteggiamento teso ad “alimentare la confusione ed il falso dibattito in modo da procrastinare misure e cambi di rotta decisi”. “Anche in Italia – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – queste notizie hanno trovato spazio. Il fine di queste campagne di disinformazione è quello di sopire la preoccupazione per il ripetersi e l’esacerbarsi dei fenomeni estremi e coprire le responsabilità. Così non si va da nessuna parte. Eppure, l’evidenza dei fenomeni dovrebbe indurre i Paesi e le forze economiche e sociali di ciascun Paese a coalizzarsi per attuare al più presto politiche incisive di decarbonizzazione. L’unico vero estremismo, autolesionista, è quello di chi cerca di difendere i combustibili fossili invece di difendere la sicurezza e la vita delle persone e la sopravvivenza delle specie animali e vegetali come le conosciamo”.

 

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