Incendi Grecia: c’è la mano dell’uomo e quella del riscaldamento globale
(Rinnovabili.it) – Sessanta vittime e 150 ferite. È questo il bilancio, ancora tutto provvisorio, dei violenti incendi in Grecia. I roghi scoppiati in questi giorni hanno sconvolto la regione dell’Attica, dove si trova la capitale, costringendo centinaia di persone ad abbandonare le proprie case. I danni più ingenti si sono registrati a Mati, piccola località turistica vicino ad Atene, dove il fuoco ha bloccato le principali vie di fuga. “La gente correva verso il mare mentre le fiamme si chiudevano vicino alla riva. Centinaia sono stati salvati attraverso le barche ma altri hanno trovato la loro strada bloccata dal fumo e dalle fiamme”, ha spiegato a Skai TV Nikos Economopoulos, capo della Croce Rossa greca. “Un soccorritore mi ha mostrato l’immagine di 26 persone strettamente accalcate in un campo a circa 30 metri dalla spiaggia. Avevano cercato di trovare una via di fuga, ma sfortunatamente queste persone e i loro bambini non ce l’hanno fatta”.
Un funzionario dell’Agenzia per la protezione civile ha descritto la situazione come “una tragedia nazionale” riportando subito alla memoria il disastro del 2007, quando gli incendi devastarono il Peloponneso meridionale, lasciando dietro di sé dozzine di morti. All’alba di oggi, le fiamme non erano ancora del tutto domate: diverse zone intorno alla capitale stanno bruciando, anche a causa di roghi scoppiati durante la notte. La principale autostrada Atene-Corinto, una delle due strade per la penisola del Peloponneso, è stata chiusa e i servizi ferroviari sono stati cancellati.
“Faremo tutto ciò che è umanamente possibile per controllarlo”, ha detto ai giornalisti il primo ministro, Alexis Tsipras, aggiungendo di aver dichiarato lo stato di emergenza nella regione dell’Attica. “Il paese sta attraversando una tragedia inenarrabile”, ha affermato il premier, annunciando tre giorni di lutto nazionale “per la memoria di coloro che sono morti”.
La Grecia ha anche chiesto aiuto all’Unione Europea per arginare i roghi. I primi interventi sono arrivati da Cipro e Spagna con l’invio di una squadra di pompieri e paramedici, a cui si aggiungo ora i mezzi e il personale proveniente da Italia, Germania, Polonia e Francia.
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Non aiuta ovviamente il tempo: con raffiche di vento sopra i 60 kmh e l’ondata di calore che ha innalzato le temperature intorno ai 40°C, il fuoco sta avendo gioco facile. La dinamica d’origine dei roghi, scoppiati in diversi posti quasi contemporaneamente, fa ipotizzare la natura dolosa. Le autorità hanno annunciato che utilizzeranno droni per monitorare e rintracciare qualsiasi attività sospetta. A esacerbare la situazione è la vulnerabilità del territorio che, come gran parte del Mediterraneo, sta vivendo stagioni degli incendi sempre più lunghe e violente a causa dell’aumento della siccità e delle ondate di calore. Il clima secco e l’ecosistema danneggiato dall’accumulo di biomassa morta si comportano come un acceleratore. Secondo gli esperti con l’intensificarsi della variabilità climatica e del riscaldamento globale, l’area bruciata da incendi boschivi dovrebbe aumentare nell’area mediterranea di un fattore 3-5 entro la fine del secolo.