(Rinnovabili.it) – Dimmi cosa mangi e ti dirò qual è la tua impronta idrica. Il nuovo studio del Centro di Ricerca Comune (JCR) della Commissione europea ha analizzato i consumi d’acqua dei cittadini dell’EU28 (ovvero EU27 e Croazia) in relazione alla loro dieta, per scoprire quale stile alimentare si mostri, indirettamente, più incline al risparmio idrico. In altre parole è stata valutata quella che viene chiamata “water footprint”, ovvero il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre i beni consumati dai suoi abitanti.
Nel dettaglio il lavoro ha preso in considerazione 4 differenti scenari alimentari; gli scienziati hanno preso la dieta media attuale che ha caratterizzato l’UE28 nel periodo 1996-2005 (caratterizzata da un consumo eccessivo, in particolare dei prodotti di origine animale) confrontandola con la dieta sana raccomandata dall’Associazione di nutrizione tedesca (Deutsche Gesellschaft für Ernährung), con quella vegetariana (che comprende prodotti caseari ma non carne o pesce) e con un terzo tipo misto, risultante dalla combinazione delle ultime due.
Si è così scoperto che ciascuno dei tre scenari alimentari alternativi comporterebbe una sostanziale riduzione della impronta idrica europea, rispettivamente del meno 23%, meno 38% e meno 30%, ma per ottenere la più bassa water footprint bisognerebbe affidarsi ad una dieta vegetariana. Ciò vuol dire che il significativo stress idrico, rilevato in diversi in diversi bacini fluviali comunitari, potrebbe essere superato già oggi, oltre che con politiche di gestione più sostenibili, con una modifica degli stili alimentari europei.