Secondo quanto dichiarato dalla CGIA solamente l'1,1% di quanto versato all'Erario e agli Enti Pubblici per le imposte ecologiche finanzia realmente la protezione ambientale
Una serie di accise corrisposte quotidianamente, è il caso di quando facciamo rifornimento all’automobile o periodicamente paghiamo una bolletta del gas o della luce, non vanno quindi a finire nelle “casse dell’ambiente” come era stato assicurato, ma vengono reindirizzate altrove. “Questa anomalia tutta italiana – commenta il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi– è l’ennesima dimostrazione che il nostro sistema fiscale va completamente rivisto. In queste settimane abbiamo assistito a vere e proprie catastrofi ambientali in parte causate dalla mancanza di attività manutentive e di messa in sicurezza del nostro territorio. Se a fronte di poco più di 41 miliardi di euro che vengono incassati ogni anno, il 99% finisce a coprire altre voci di spesa, non possiamo più denunciare che questi disastri avvengono anche perché non ci sono le risorse finanziarie disponibili per la tutela del nostro territorio. I soldi ci sono, peccato che ormai da quasi un ventennio finiscono altrove. Con la beffa che ogni qual volta subiamo un’alluvione ci ritroviamo a subire l’ennesimo aumento delle accise sulla benzina od una nuova tassa di scopo”.