Abbiamo già emesso 2/3 della CO2 "a disposizione" per stare sotto la soglia dei 2°C di riscaldamento globale. Per non sforare è necessario bloccare il complesso industriale delle fossili
(Rinnovabili.it) – Le promesse di cui è stato guarnito l’accordo globale sul clima dello scorso dicembre non sono abbastanza radicali per raggiungere gli obiettivi sul riscaldamento globale. I tagli alle emissioni di CO2 che fino a questo momento i paesi hanno messo sul tavolo non riusciranno da soli a contenere l’aumento della temperatura al di sotto dei 2°C, per non parlare del target più che ottimistico degli 1,5°C. Lo afferma una ricerca pubblicata sulla rivista specializzata Nature.
Il Pianeta negli ultimi 100 anni si è già riscaldato di 1 grado. Secondo i calcoli degli scienziati del clima, le promesse avanzate a livello globale in sede di COP21, però, permetteranno un riscaldamento globale compreso tra i 2,6 e i 3,1°C. Inoltre, porre un limite significa per ciò stesso che la quantità di CO2 che possiamo permetterci di emettere in atmosfera è una quantità finita. A che punto siamo, quali sono i margini? “Circa due terzi dell’ammontare di CO2 a disposizione per mantenere il riscaldamento globale sotto i 2°C sono già stati emessi”, scrivono gli scienziati.
A questa ricerca fa eco una seconda, pubblicata da pochi giorni su Nature Climate Change e condotta da Hans Joachim Schellnhuber, direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research. Gli scienziati hanno fatto i conti sulla base degli impegni annunciati dai 187 membri partecipanti della COP21 e complessivamente responsabili del 96% delle emissioni globali: già nel 2030 avremo immesso in atmosfera abbastanza diossido di carbonio da superare la soglia dei +2°C.
Per questo, concludono gli scienziati, è necessario che gli stati rivedano i loro impegni ben prima del 2030. Secondo le loro stime serve una riduzione globale del 3-4% annuo delle emissioni. Per raggiungerla in poco tempo, però, servono due elementi imprescindibili: una “implosione controllata” del complesso dell’industria fossile e un contemporaneo boom tecnologico delle rinnovabili.