Qual è l’impatto dei cambiamenti climatici sulle città italiane dal 2010 a oggi?
(Rinnovabili.it) – Continua a preoccupare l’impatto dei cambiamenti climatici sulle città italiane. E non solo perchè l’Italia si trova al centro di un’area, quale quella mediterranea, considerata un “hot spot” climatico. Nelle aree urbane si trova la maggior parte della popolazione e in un territorio così delicato sotto il profilo idrogeologico come quello nazionale, ogni imprevedibilità meteorologica equivale a un pericolo per la vita stessa delle persone.
Per tener conto di queste difficoltà, Legambiente ha elaborato una Mappa del Rischio tramite il suo osservatorio CittàClima.it che raccoglie ed elabora informazioni sull’impatto dei cambiamenti climatici e dei fenomeni meteo estremi nei confronti di aree urbane, infrastrutture e beni storici. L’obiettivo è capire dove e come si manifestino gli eventi e quali siano i trend assunti negli anni. Il risultato di questo lavoro di mappatura è stato riassunto nel dossier “Sos acqua: nubifragi, siccità, ondate di calore. Le città alla sfida del clima”, presentato oggi a Roma da Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente assieme a diversi esperti del settore tra cui Michele Torsello, Direttore della Struttura di Missione #ItaliaSicura e Renato Grimaldi, direttore generale del Ministero dell’Ambiente.
Quello che emerge dal documento è in parte cosa nota: il clima sta già causando danni ai territori e alle città. L’accelerazione impressa dall’uomo al climate change è tra le principali responsabili di fenomeni meteorologici sempre più intensi e violenti. Dal 2010 a oggi in 198 i comuni italiani si sono registrati un totale di 340 eventi estremi. Nelle principali città italiane, alluvioni, trombe d’aria e piogge intense hanno provocato 64 i giorni di blackout elettrici e altrettanti di stop a metropolitane e treni urbani, danneggiando seriamente anche il patrimonio storico e lasciando dietro di sé 157 vittime.
E se non è il maltempo a colpire, lo fanno le giornate di sole: siccità e ondate di calore stanno stressando il territorio italiano con la stessa violenza. Basti pensare che tra il 2005 e il 2016, in 23 città italiane i picchi di temperatura hanno causato quasi 24mila morti.
“L’adattamento al clima rappresenta la grande sfida del tempo in cui viviamo. La mappa del rischio climatico di Legambiente rende evidente la diffusione e la dimensione degli impatti dei fenomeni meteorologici estremi nel territorio italiano, resi ancor più drammatici dal dissesto idrogeologico, da scelte urbanistiche sbagliate e dall’abusivismo edilizio”, ha commentato Edoardo Zanchini, Vicepresidente nazionale di Legambiente. Secondo l’associazione, proprio perché le città sono gli spazi più a rischio, occorre partire da qui con nuove strategie e risorse dedicate alla messa in sicurezza dagli impatti climatici. A cominciare dalla salvaguardia della permeabilità del suolo urbano e dall’utilizzo di materiali capaci di ridurre l’effetto isola di calore nei quartieri. Imprescindibili, secondo il cigno verde, anche il recupero, riutilizzo e risparmio idrico in tutti gli interventi edilizi e urbani e la creazione di vasche sotterranee per il trattenimento delle acque piovane. “Nelle città italiane più a rischio abbiamo bisogno che si approvino dei Piani Clima – continua Legambiente – In Italia si dovrebbe partire da quelle che hanno subito i maggiori danni (Genova, Messina, Roma ad esempio), per elaborare quanto prima dei piani che individuino ambiti a rischio e interventi più urgenti, in modo da progettarli e finanziarli. E poi allargare l’obbligo a tutte le città sopra i 50mila abitanti”.