(Rinnovabili.it) – “La Regione Puglia si accinge a chiedere la revisione dell’Aia, e intendiamo farlo prima che la procedura di acquisto dell’Ilva si completi”. Lo ha annunciato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ieri pomeriggio, nel corso dell’audizione V Commissione Bilancio, a Montecitorio, per “l’esame DL 243/2016 recante interventi per la coesione sociale e territoriale con riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno”.
Il provvedimento, approvato in CdM lo scorso 23 dicembre, modifica il decreto-legge n. 191 del 2015 relativo al completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del gruppo Ilva. Il testo interviene sul sostegno ai lavoratori dell’acciaieria e alle famiglie disagiate nel’area di Taranto e potrebbe trovare spazio anche per una proposta di decarbonizzazione del sito (e non solo). Questa infatti è la richiesta avanzata da Emiliano ora che il provvedimento ha iniziato l’iter alla Camera. “Siccome il decreto interviene anche per facilitare la vendita dell’Ilva chiediamo di inserire nella prospettiva dell’ottimizzazione del processo industriale la decarbonizzazione in qualità di BAT, ossia migliore tecnica disponibile per raggiungere il livello più elevato di protezione dell’ambiente”.
Cosa significa? Che nelle offerte di acquisto per il polo siderurgico le aziende partecipanti debbano inserire la decarbonizzazione quale criterio qualificante.
In realtà il piano era stato già consegnato al Governo due anni fa ma senza che la Regione ricevesse mai risposta. “Eppure – spiega Emiliano – la nostra proposta ha suscitato l’attenzione dell’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità, e della comunità scientifica internazionale. Abbiamo scoperto che le imprese in grado di produrre acciaio con forni elettrici e impianti a preridotto e gas sono essenzialmente italiane e lavorano in tutto il mondo. La decarbonizzazione determinerebbe la minimizzazione delle emissioni nocive (“zero emission”) e il recupero della CO2 prodotta da questi impianti. Queste tecniche sono peraltro obbligatorie per lo Stato Italiano dalle direttive e regolamenti europei”.
“Ci auguriamo – conclude il presidente – che il Parlamento possa intervenire in tal senso […] Le BAT non sono una variante discrezionale né per voi né per il Governo, sono norme tecniche obbligatorie per le imprese”.