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Ilva, l’Italia finisce davanti alla Corte dei diritti umani

Nel caso Ilva, lo Stato non è stato in grado di proteggere la salute dei cittadini. Con questa accusa, la Corte di Strasburgo ha aperto il processo

Ilva l’Italia finisce davanti alla Corte dei diritti umani

 

(Rinnovabili.it) – L’Italia non è stata in grado di proteggere la salute dei suoi cittadini, lasciando che l’Ilva rovinasse la vita di 182 cittadini di Taranto. Per questo, il nostro Paese è oggi alla sbarra della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo (ECHR). Il procedimento è stato aperto contro lo Stato italiano dopo una analisi delle prove presentate dai 182 querelanti, che nel 2013 e nel 2015 si sono appellati alla Corte. I cittadini vengono da Taranto e dai Comuni limitrofi: alcuni hanno fatto ricorso in rappresentanza di parenti deceduti o di figli minorenni malati.

L’accusa che muovono all’Italia è di non aver «adottato tutte le misure necessarie a proteggere l’ambiente e la loro salute, in particolare alla luce dei risultati del rapporto redatto nel quadro della procedura di sequestro conservativo e dei rapporti Sentieri».

Non solo: il governo ha reiterato la condotta – in violazione presunta del diritto alla vita – varando i noti decreti “salva Ilva”, che hanno consentito all’azienda di continuare le attività.

 

Ilva l’Italia finisce davanti alla Corte dei diritti umani 2Solo l’anno scorso, nel caso Smaltini vs Italy, in cui una donna aveva chiamato in causa la Corte per una leucemia potenzialmente collegata alle emissioni dell’Ilva, i giudici avevano rigettato il ricorso. La motivazione fornita era la mancanza di nesso causale tra la malattia e le emissioni inquinanti.

Questa volta, le cose potrebbero andare diversamente. Le prove potrebbero essere più forti, dal momento che nei confronti dello Stato italiano la procedura è stata aperta.

In Italia, intanto, si è aperta la prima udienza del processo per disastro ambientale, che vede coinvolte 44 persone. Tra esse non potevano mancare i fratelli Fabio e Nicola Riva, proprietari dell’Ilva che oggi è in amministrazione straordinaria, l’ex presidente Bruno Ferrante e molti nomi illustri: da Nichi Vendola, ex governatore regionale, a Ippazio Stefano, sindaco di Taranto, fino a Gianni Florido, ex presidente della Provincia. Coinvolti anche il deputato Sel Nicola Fratoianni, ex assessore regionale, l’ex direttore di Arpa Puglia Giorgio Assennato e l’ex presidente della commissione ministeriale che rilasciò la Valutazione integrata ambientale all’Ilva, Dario Ticali.