Confermati anche gli arresti domiciliari per gli ex presidenti e il direttore dello stabilimento. Ferrante nominato custode degli impianti sotto sequestro
(Rinnovabili.it) – Il tribunale del riesame si è pronunciato: gli impianti dell’Ilva di Taranto rimarranno sotto sequestro. Una conferma che viene però vincolata alla messa a norma dello stabilimento. E’ probabile quindi, anche se non ancora confermato formalmente che la decisione consenta di proseguire la produzione, ad oggi mai interrotta, mentre si procederebbe con il risanamento dell’area. Il riesame ha anche riconfermato gli arresti domiciliari per Emilio e Nicola Riva, ex presidenti dell’Ilva, e per l’ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso mentre tornano liberi i dirigenti Ilva Andelmi, D’Alo’, De Felice, Di Maggio e Cavallo.
“La conferma del sequestro – ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente – anche se con diritto d’uso e degli arresti dei proprietari dell’azienda conferma l’impianto accusatorio del grave inquinamento ambientale causato dall’impianto. La strada tracciata dal Tribunale del Riesame è quella che prevede un forte e rapido ammodernamento degli impianti che per Legambiente deve avvenire attraverso una nuova Aia, che obbligherebbe l’azienda a procedere agli interventi. Gli atti d’intesa firmati negli anni scorsi a Taranto tra l’Ilva e le Istituzioni locali e nazionali ci hanno, infatti, insegnato che con l’azienda il gentleman agreement, come dimostrano le dichiarazioni di ieri di Ferrante, non funziona e che l’Ilva intraprende azioni per diminuire le proprie emissioni inquinanti solo se costretti”. Intanto la Conferenza dei Capigruppo di Montecitorio fa sapere che l’Aula della Camera dei deputati sarà riconvocata tra domani e dopodomani per l’annuncio del decreto legge sull’Ilva.