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Il WWF denuncia: da Enel “l’ultima offesa all’ambiente”

A causa di un incidente la centrale Enel di brindisi ha sversato in mare residui di carbone che rischiano di compromettere la salute delle acque

(Rinnovabili.it) – Acque contaminate da carbone sversate in mare. E’ questa “l’ultima offesa all’ambiente”, così scrive il WWF,  in ordine di tempo della centrale Enel a carbone di Brindisi.

A confermare quanto temuto dagli ambientalisti l’ARPA, che ha riscontrato la presenza di inquinanti in mare. Dopo il danneggiamento del territorio e l’inquinamento dell’aria ora anche le acque di Brindisi stanno subendo la presenza della centrale elettrica. La causa del disastro sarebbe determinata dall’allagamento della trincea del nastro che trasporta il carbone, che ha causato uno sversamento di polveri di carbone che stanno inquinando anche il mare di fronte alla centrale. Da subito le idrovore impiegate per lo svuotamento della trincea sono state bloccate per evitare di inquinare ulteriormente lo specchio d’acqua ma il danno è ormai fatto: l’acqua è contaminata dal carbone.

 

“Sia la parte organica che quella minerale delle polveri di carbone rappresentano un rischio per l’ambiente e per la salute; infatti, gli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) nella prima e i metalli come arsenico e mercurio nella seconda rendono queste polveri altamente inquinanti” si legge nel comunicato stampa diffuso dall’Associazione ambientalista.

Una volta in mare gli inquinanti si depositano sul fondo e in parte restano in sospensione entrando nella catena alimentare modificando flora e fauna che ne escono compromesse trasferendo all’uomo sostanze tossiche anche cancerogene, mutagene e teratogene che causano danni diretti alle specie marine, e poi arrivano sulle nostre tavole.oltre a questo le sostanze in sospensione possono oscurare la luce che non riuscendo a penetrare l’acqua indebolisce la flora causa un abbassamento dei livello di ossigeno. Dopo queste affermazioni il WWF continua la battaglia contro le centrali a carbone ribadendo la necessità di piani di azione che tutelino l’ecosistema dall’errore umano.