Il primo ministro del Bangladesh denuncia le difficoltà con cui il Paese si sta riconvertendo, dovute alla mancata erogazione di fondi da parte delle grandi economie
(Rinnovabili.it) – Il mondo sviluppato non sta mantenendo il proprio impegno economico per aiutare i Paesi più poveri a combattere il cambiamento climatico e il Bangladesh non ci sta. Il primo ministro del Paese, infatti, Dipu Moni, ha definito “tristi e deprimenti” gli sforzi che avrebbero dovuto alimentare i fondi messi a disposizione per il clima: dei 30 miliardi di dollari promessi ai Paesi in Via di Sviluppo (PVS) entro il 2011, ne sono arrivati solo 2,4 e per di più con 3 anni di ritardo. Il rischio è che vengano vanificati gli sforzi che le economie emergenti hanno sostenuto negli ultimi anni. Per Moni, i Paesi più vulnerabili sono stati emarginati proprio nel momento in cui il pericolo di disastri legati al riscaldamento globale si sta facendo sempre più imminente, un pericolo che per il Bangladesh è una realtà, dato che la maggior parte della popolazione è già oggi preda di devastanti inondazioni e mareggiate.
Critica anche la posizione del primo ministro nei confronti dei negoziati di Durban. “Se dobbiamo credere a quanto stabilito a Durban – ha detto Dipu Moni – allora i Paesi sviluppati devono mantenere le promesse fatte”. Il primo ministro ha rammentato i tanti progetti di ricerca e sviluppo attivi nel Paese che con grandi sforzi economici sono stati portati avanti per ridurre le emissioni e adattarsi al cambiamento climatico. Si è trattato di scelte difficili e molto costose per un Paese impegnato a riconvertire le proprie infrastrutture e che di fatto è stato emarginato in questo suo processo di transizione verde. Dei Clean Development Mechanism, poi, non se n’è vista nemmeno l’ombra: i crediti sono stati messi a disposizione dei grandi PVS, come Cina e India, escludendo le economie emergenti più piccole.