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Il lato positivo della crisi: emissioni in calo del 3%

(Rinnovabili.it) –  A causa della crisi economica sono molte le realtà industriali ad aver registrato, forse unico lato positivo, un calo delle emissioni di inquinanti.  Ma a breve, rivela uno studio di EcoWay, primaria società di consulenza attiva nell’ambito del Carbon Trading e del Climate Change, la tendenza potrebbe subire un’inversione. Nel 2011 infatti le aziende italiane hanno prodotto il 3% in meno di emissioni rispetto agli standard fissati da Bruxelles, ma a causa delle previste modifiche alla normativa costi alle aziende potrebbero aumentare, con una conseguente ricaduta negativa sul prezzo dei prodotti al consumo.

“Il rispetto dei limiti imposti dalla UE farebbe pensare ad un’Italia virtuosa. Purtroppo però questo risultato positivo non dipende tanto da processi industriali più efficienti, – commenta il Presidente di EcoWay, Guido Busato, – quanto da una diminuzione della produzione a livello generale causata dalla crisi che ha prodotto un calo delle emissioni effettive”.

Con un surplus di permessi di emissioni di CO2, e con i cambiamenti all’orizzonte, le previsioni indicano la possibilità di mutamenti già dall’anno in corso, cambiamenti determinati in parte dall’ingresso dal I gennaio dell’aviazione nel regime di scambio delle emissioni.  “L’Unione Europea, come già successo negli ultimi 4 anni, – spiega il Presidente di EcoWay – potrebbe ridurre ulteriormente il tetto di emissioni per il nostro paese. Se, come tutti si augurano, in contemporanea i livelli di produzione industriale tornassero a crescere, è ipotizzabile uno sforamento complessivo per l’Italia fino al 15% che genererebbe nuovi aumenti per le aziende. In alcuni settori, come l’energia e i trasporti aerei, è presumibile che questi rincari si trasformino velocemente in nuovi costi anche per i consumatori”.

I NUMERI Nel 2011, rispetto alle 194.913 migliaia di tonnellate allocate, l’Italia ha prodotto 188.583 tonnellate di anidride carbonica che si traducono in un -3%, in linea con gli impegni contenuti nel trattato di Kyoto. Al top della classifica dei grandi emettitori le attività energetiche e la raffinazione. Bene Piemonte, Veneto e Lombardia e buoni anche i livelli di produzione e il rapporto con gli inquinanti emessi in Emilia Romagna e in Trentino.

I permessi di emissione, distribuiti sul territorio a seconda della presenza o meno di attività produttive, rilevano come area ad alta intensità industriale il Nord Italia e il Centro, con percentuali di inquinamento che si legano principalmente alle attività energetiche, raffinazione, cementifici, produzione di materiali ferrosi, produzione di vetro, industria della ceramica e produzione di carta (per un totale di circa 12.000 aziende) alle quali da quest’anno andranno ad aggiungersi anche i contributi dell’aviazione. “Questo si tradurrà in circa 16.000 imprese che entreranno nella disciplina ETS. E’ stato stimato che le compagnie aeree siano responsabili di una quota di emissioni inquinanti che va dal 5 al 10% del totale – dichiara il Presidente di EcoWay e aggiunge – Si prevede che, nei prossimi anni, saranno sottoposti alla normativa anche altri settori, tra i quali lo shipping”.

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