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Il global warming minaccia i cianobatteri dell’Artico

(Rinnovabili.it) – Cambia la temperatura globale, e con essa si modificano gli scenari. Ma a subire le conseguenze del global warming sarebbero anche le comunità biologiche, in difficoltà non solo per la mancanza di acqua o di cibo, ma mutate nei comportamenti e negli istinti che ne regolano la sopravvivenza.

Il riscaldamento globale, rivela un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, produrrà modificazioni nelle comunità biologiche delle regioni polari, con conseguenti cambiamenti nelle specie dominanti e nelle relazioni tra di loro. Lo studio, che riunisce scienziati provenienti dalla Germania, dalla Nuova Zelanda, dalla Spagna e dal Regno Unito è supportato finanziariamente dal progetto UE ASSEMBLE (‘Association of European Marine Biological laboratories’), che ha ricevuto 8,7 milioni di euro di finanziamenti nell’ambito del tema «Capacità» del Settimo programma quadro (7 ° PQ).

Il rapporto evidenza che le variazioni di temperatura che si verificano in Antartide e nell’Artico a causa del cambiamento climatico porteranno importanti cambiamenti all’interno degli strati di cianobatteri, le comunità biologiche più importanti nelle zone polari. Questi tappeti di cianobatteri coprono le grandi zone che durante l’estate polare risultano libere dal ghiaccio e ne modificando sostanzialmente i cicli biogeochimici. Come risultato dei cambiamenti determinati dalle variazioni di temperatura, le specie dominanti e le relazioni tra di loro andranno a modificarsi perchè ci sarà un aumento delle specie che producono tossine – e un aumento degli scambi di carbonio e azoto tra gli esseri viventi e gli inerti. I ricercatori dello studio hanno condotto esperimenti analizzando tappeti di microbatteri, comunità microbiche multistrato dominate da cianobatteri prelevate dalla Penisola Byers, situata a Livingston Isle, nell’Arcipelago delle Isole Shetland del Sud, in Antartide. I tappeti sono stati conservati a diverse temperature, simili a quelle che si trovano in Antartide e nell’Artico nel corso di un periodo di sei mesi. Parte dei tappeti sono stati conservati anche a temperature maggiori, simili a quelle previste per i prossimi decenni dai modelli di ipotetici dimostrando un notevole cambiamento delle percentuali dominanti con conseguenze negative sulle specie animali dell’area. Se i tappeti dovessero scomparire, affermano gli scienziati, scomparirebbero con loro anche le specie biologiche delle regioni di studio.

 

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