Rinnovabili

Il futuro della plastica è bio

La pacciamatura biodegradabile può essere utilizzata in molte colture

Il mondo rischia di scomparire sotto la plastica. E’ un rischio che ci accompagna da tempo se non cambiamo il nostro modo di vivere. Perché la plastica, più di ogni altro agente inquinante, accompagna la vita di tutti noi ma al contempo ha un tempo di decadenza tale da sopravvivere a noi, che la utilizziamo (e sprechiamo) a volte con troppa facilità.

In Europa si consumano 100 miliardi di sacchetti di plastica l’anno (in Italia 2 miliardi al mese), che vuol dire un consumo di petrolio (per la loro realizzazione) pari a 700 mila tonnellate l’anno e l’emissione di 1,4milioni di tonnellate di CO2. Per smaltire una sola busta di plastica l’ambiente impiega circa 400 anni. Questo significa che ogni anno il Vecchio Continente da solo produce circa 100 miliardi di materiale che non sarà smaltito: da qualche parte dovrà essere “stoccato” e conservato, provocando, con le inevitabili dispersioni, gravi ripercussioni sull’ambiente e sugli ecosistemi.
I sacchetti riutilizzabili (e riutilizzati) generano un risparmio di circa 2,5 kg di rifiuti a testa all’anno partendo dall’assunto che in media ogni consumatore utilizza circa 300 sacchetti di plastica per fare i suoi acquisti. Questo significa che se dovessimo tutti utilizzare sacchetti riutilizzabili invece di 100miliardi di sacchetti ne consumeremmo circa 350milioni. Le ricadute in termini di costi ambientali ed economici sarebbero rilevanti.
Per produrre circa 100 buste riciclabili servono mezzo chilo di mais e un chilo di olio di girasole (per il fabbisogno annuo europeo significherebbe mezzo miliardo di mais e 1 miliardo di chili di olio di girasole). Il vantaggio delle buste riciclabili è nella vita media: per smaltirne una l’ambiente impiega sei mesi. Va da se che in un’ottica di risparmio e salvaguardia dell’ambiente, la soluzione migliore sarebbe quella di modificare i nostri costumi e portarci “la sporta” da casa per la spesa, riutilizzandola il maggior numero di volte. Se proprio non possiamo fare a meno di prendere le buste al supermercato, allora che siano riciclabili.
Si può, però, utilizzare meno plastica in altri modi.
Ogni anno nel mondo si consumano, in agricoltura, 2,8 milioni di film plastici. La loro sostituzione con nuovi materiali biodegradabili offrirebbe chiari benefici ambientali e economici. Il 45% della domanda mondiale di film plastici in agricoltura è destinata alla pacciamatura, tecnica antica per ridurre la crescita di erbe infestanti e di conseguenza ridurre anche l’uso di pesticidi. La pacciamatura biodegradabile può essere utilizzata in molte colture, come il melone, il peperone, la lattuga, il pomodoro, il cocomero etc. In Italia gli ettari potenzialmente pacciamabili sono circa 230 mila. E’ stato calcolato che se si utilizzasse la pacciamatura biodegradabile per il 50% di questi, si risparmierebbero circa 22mila tonnellate di CO2, si eviterebbero oltre 33mila tonnellate di plastica e si risparmierebbero 27mila barili di petrolio. Dal punto di vista economico questo significherebbe un risparmio di circa 100 milioni di euro (1000 euro ad ettaro). Un buon motivo per iniziare a pensarci.

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