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Il DECC sposta l’obbligo di CCS al 2045

Il DECC sposta l'obbligo per le centrali termoelettriche di dotarsi di un impianto CCS e gli ambientalisti insorgono ricordando che il paese ha obiettivi climatici da rispettare

(Rinnovabili.it) – Il Dipartimento britannico per l’energia e il cambiamento climatico (DECC) risponde alle critiche sollevate dagli ambientalisti dopo l’annuncio della decisione di ritardare l’obbligo a carico delle centrali termoelettriche di dotarsi di un impianto di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica, spostato al 2045.

I funzionari del Ministero hanno dichiarato infatti che gli standard richiesti alle centrali sono solo una misura tampone, che deve essere accompagnata da altre modifiche che portino gradualmente il paese verso l’abbandono dei carburanti fossili.

A tal proposito il ministro dell’Energia e del Cambiamento Climatico Ed Davey, assieme al Cancelliere George Osborne hanno dichiarato durante il passato week end che gli emissions performance standard (EPS) che disciplinano le nuove centrali termoelettriche dovrebbero essere fissati a 450g/kWh fino al 2045, con il divieto di costruire nuove centrali a carbone senza impianti CCS adiacenti ma consentendo l’operatività delle centrali termoelettriche alimentate a gas per altri 33 anni.

Ma le decisioni hanno sollevato le proteste dei gruppi ambientalisti che hanno accusato il governo di ritardare in questo modo il raggiungimento degli obiettivi anti inquinamento fissati dal paese, che puntano alla decarbonizzazione totale entro il 2030. “E’ completamente folle, il 2045 è ben oltre la durata di un impianto a gas di nuova costruzione realizzato nel corso dei prossimi anni, in questo modo il governo sta dicendo agli sviluppatori si può costruire impianti a gas nuovi e non ci si deve preoccupare di dotarli tutti di impianti CCS” hanno dichiarato gli ambientalisti.