L'Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche ha monitorato i flussi di gas serra prodotti in ambiente urbano invitando a non sottovalutare gli effetti sull’ambiente di queste emissioni
“L’impatto ambientale di questo gas, che in Italia rappresenta il principale combustibile da riscaldamento, si sviluppa attraverso due canali differenti. In primo luogo, il metano che scorre nelle nostre condotte, arrivando nelle caldaie domestiche, viene trasformato, con la combustione, in CO2”, spiega Beniamino Gioli, a capo del team di ricercatori. “Ma lo studio dimostra come le piccole perdite di metano, che avvengono nelle reti di distribuzione cittadina o nelle caldaie domestiche, generino un flusso diretto nell’atmosfera, che a sua volta crea un effetto serra addizionale”. Nonostante, in percentuale, le emissioni del metano siano solo lo 0,6% di quelle del diossido di carbonio, il suo contributo sull’effetto serra arriva a pesare il 15% del totale. Attraverso sofisticate tecniche di micrometeorologia gli scienziati hanno potuto misurare direttamente e precisamente il ‘respiro’ della città, quantificando stagionalità e ripartizione per fonti.
“I dati emersi confermano come, nel periodo invernale, il riscaldamento domestico sia di gran lunga il maggiore responsabile dei gas serra, con un contributo che a Firenze raggiunge l’80% contro il 20% del traffico veicolare”, sottolinea Gioli aggiungendo che i rilievi più recenti effettuati presso l’Osservatorio Ximeniano “indicano che le emissioni cittadine sono aumentate in media del 20% a causa dell’ondata di freddo. Di fronte a questi eventi climatici estremi gli investimenti in maggiore efficienza energetica degli edifici e delle reti sono quindi prioritari”.