In grado di ridurre il rilascio delle emissioni del 90% il metodo sperimentato dalla TU Darmstadt potrebbe essere commercializzato a breve
La tecnologia è in grado di fermare, utilizzando il calcare, la CO2 nelle canne fumarie in un reattore di I fase. “Il CO2 puro viene quindi liberato in un reattore di seconda fase e ulteriormente trattato o conservato. Il sistema di ricerca pilota della TU Darmstadt si è rivelato in grado di catturare oltre il 90% della CO2 emessa, riducendo allo stesso tempo sia l’immissione di energia che i costi operativi precedentemente necessari per la cattura del carbonio di oltre il 50%” si legge nel comunicato stampa.
Grazie ad un contributo di 4 milioni di euro da parte del Ministero federale tedesco dell’economia e della tecnologia e da vari partner industriali la sperimentazione può andare avanti e condurre il progetto alla fase di commercializzazione. Un’altra tranche di finanziamenti dovrebbe poi arrivare dall’Europa, che con un milione e mezzo di euro contribuirà all’ulteriore sviluppo e alla diffusione di questo metodo.
Il direttore dell’Istituto, il professor Bernd Epple, che ha studiato il metodo insieme ai suoi 30 colleghi, ha così commentato: “Questo metodo rappresenta una tappa fondamentale nel percorso verso centrali elettriche senza CO2 e permetterà agli impianti a carbone, a gas naturale, a combustibile derivato dai rifiuti e a biomassa di produrre elettricità e calore in modo affidabile ed efficiente in termini di costi senza pesare sull’ambiente”.
I numerosi studi condotti hanno inoltre confermato la validità del processo a larga scala e su centrali elettriche esistenti e funzionanti; la sperimentazione proseguirà adeguando una centrale presente in Germania prima di puntare al mercato.