Il governo definisce il trattato anacronistico e non determinate per la riduzione delle emissioni globali, confermando l'impegno a ridurre gli inquinanti nazionali, ma senza vincoli esterni
(Rinnovabili.it) – Quando mancano ormai pochi mesi alla scadenza del Protocollo di Kyoto e a solo pochi giorni dal termine della Conferenza Onu sul Clima arriva come una doccia fredda la dichiarazione del ministro dell’ambiente canadese Peter Kent che annuncia l’uscita del paese dal Protocollo ratificato nel 1997. “Il protocollo di Kyoto non rappresenta un passo in avanti per il Canada” ha dichiarato Kent appena tornato dal Sud Africa.
“E’ ormai chiaro che Kyoto non è il percorso giusto per trovare una soluzione globale al cambiamento climatico. Semmai, è un impedimento. Siamo invocando il diritto legale del Canada di ritirarsi formalmente”. Nonostante la ratifica del protocollo il Canada non è in linea con il raggiungimento degli obiettivi e il governo conservatore si è opposto ad un ampliamento del pacchetto in vista di futuri accordi internazionali sostenendo che altri paesi inquinatori in via di sviluppo, come la Cina e l’India, dovrebbero per primi dare l’esempio e rispettare e raggiungere i target.
Il ministro canadese ha per questo affermato che per rispettare gli obiettivi di Kyoto andrebbero prese delle decisioni drammatiche che portino ad una sostanziale riduzione delle emissioni inquinanti.
“Raggiungere l’obiettivo al 2012 vorrebbe dire rimuovere ogni auto, camion, fuoristrada, trattore, ambulanza, auto della polizia e veicoli di ogni genere dalle strade canadesi, o chiudere gli allevamenti e l’intero settore agricolo e tagliare il riscaldamento ad ogni casa, ufficio, ospedale, fabbrica e costruzione in Canada” e questo secondo il ministro non può accadere soprattutto perché le grandi nazioni come gli Stati Uniti non sono coperti dal Protocollo.
“Sul piano nazionale, faremo la nostra parte per ridurre le emissioni di gas serra”, ha detto Kent ribadendo che solo il Canada non può però fare molto per il pianeta visto che la produzione nazionale di inquinanti equivale al 2% delle emissioni globali.