Approvando la revisione del Codice il Brasile autorizza la distruzione di una porzione molto vasta di foresta cercando però di valorizzare le aree distrutte per la vendita illegale del legname
Nonostante la deforestazione abbia toccato i livelli più bassi mai registrati dal 1998, tra agosto 2010 e luglio 2011 sono andati perduti più di seimila chilometri quadrati di foresta amazzonica, con le conseguenze ambientali e climatiche che ne derivano. Ma il Brasile controbatte alle lamentele delle associazioni affermando che nella revisione del Codice larga parte dell’impegno è dedicato al recupero delle aree gestite illegalmente che andranno quindi a compensare , anche se parzialmente, le porzioni di foresta distrutte per la vendita illegale del legname anche se ad essere accusate sono una serie di norme che permetteranno la distruzione legalizzata di una porzione di boschi equivalente all’area di Germania, Austria e Italia sommate, attività che porterebbero al rilascio in atmosfera di 28 milioni di tonnellate di CO2 come dichiarato dal portavoce del WWF Roberto Maldonado.