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Ice911, caccia aperta alla soluzione salva-ghiacci

Ice911(Rinnovabili.it) – Sono diverse le teorie elaborate con lo scopo di rallentare lo scioglimento dei ghiacci artici ma l’idea della Ice911 Research sta facendo riflettere l’opinione pubblica. La società di ricerca no profit della Silicon Valley sta lavorando a quelle che sono state definite soluzioni refrigeranti per un pianeta in scioglimento, soluzioni che in fase di test si sono rivelate valide e che per l’utilizzo di materiali e sostanze non inquinanti ma i cui dettagli vengono ancora tenuti segreti.

Una professoressa di Standford Kimberly Wiefling che sta collaborando al progetto durante una riunione di presentazione ha così definito l’iniziativa: Ice911 sta cercando una metodologia di ripristino lo strato riflettente di ghiaccio brillante dell’Artico al fine di rallentarne lo scioglimento” sfruttando il fenomeno conosciuto come effetto albedo, ovvero la capacità riflettente dello strato ghiacciato che rimanda nell’atmosfera la maggior parte della luce solare mentre è l’oceano ad assorbire il calore causando lo scioglimento del ghiaccio.

 

Lo strato ghiacciato sta ormai scomparendo ad un ritmo più elevato rispetto a quanto ipotizzato dall’IPCC, fenomeno molto preoccupante che influenza sia l’intensità che la frequenza dei fenomeni meteorologici portando all’aumento del livello dei mari e degli oceani. Con la fusione inoltre si determina il rilascio di ingenti quantitativi di metano e si rendono necessari una serie di costosi interventi per il ripristino delle condizioni ambientali ottimali e la riduzione dei rischi connessi alle modifiche del permafrost artico.

Riferendosi agli interventi per limitare il riscaldamento globale Robert Olsonche ha scritto un articolo riguardante anche il progetto Ice911 commenta: “Le tecnologie accettabili dovrebbero solo sfiorare leggermente i sistemi biologici, avere impatti sociali benigni ed essere rapidamente reversibili in caso di problemi. Ice911 abbraccia questi requisiti e ne aggiunge altri: veloce da implementare, sostenibile e caratterizzata dall’impiego di materiali sicuri”.

 

Partendo da un semplice quesito i ricercatori stanno quindi cercando di capire in che modo si potrebbe far nuovamente aumentare lo spessore e la superficie del ghiaccio Artico in modo da limitare l’innalzamento della temperatura globale sfruttando semplicemente la rifrazione naturale della luce solare. Interessata al progetto, ritenuto interessante, la Nasa sta valutando se partecipare all’iniziativa accettando la sfida della sostenibilità estesa a livello planetario valutando i benefici su un’area di test circoscritta.

“Se si riusciranno a guadagnare anche solo poche settimane sarà comunque un ottimo successo” ha dichiarato Daniel Rasky Direttore del NASA Ames Space Portal.

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