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I rifiuti degli astronauti diventano uno scudo spaziale

(Rinnovabili.it) – La gestione della spazzatura non è un problema limitato ai confini del pianeta Terra. Gli scienziati si stanno infatti domandando come risolvere una delle questioni da cui non può prescindere qualsiasi missione nello spazio: i rifiuti prodotti dagli astronauti. Il problema è finito nella “lista delle cose da fare” della NASA che sta tentando ora di capire come la “spazzatura spaziale” possa essere riciclata in nuovi prodotti attraverso un sistema a circuito chiuso.

 

Gli ingegneri dell’Ente, nell’Ames Research Center in California,  sono riusciti a progettare e realizzare un compattatore di rifiuti in grado di scioglierli senza incenerirli. Con questo processo, un giorno intero di spazzatura si tramuta in una mattonella circolare di 20 cm di diametro e 0,27 cm di spessore. Dentro sono contenuti una svariata tipologia di oggetti, dalle bottiglie d’acqua agli scarti dell’abbigliamento, dal nastro adesivo ai sacchetti alimentari. Uno dei modi in cui questi dischi potrebbero essere successivamente riutilizzati è come scudi anti-radiazioni dal momento che al loro interno sono presenti soprattutto rifiuti  di imballaggi in plastica.

 

“L’idea è di produrre queste piastrelle, e, qualora i componenti polimerici fossero presenti in quantità sufficienti, si potrebbe effettivamente impiegarle come schermatura solare” ha spiegato la ricercatrice Maria Hummerick. Il team sta ora valutando se le mattonelle – che sono fatte secondo la ricetta dei rifiuti prodotti dalle missioni Shuttle – siano prive di microrganismi o almeno abbastanza sicuro per entrare in contatto con gli astronauti. Il compattatore riscalda il cestino per 3 e 1/2 ore a tra 300 e 350 gradi F, che dovrebbe essere abbastanza caldo per uccidere i microrganismi.

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