L’AEA ha pubblicato oggi la sua analisi più recente sull’andamento tendenziale delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE
“L’Unione Europea ha continuato sulla linea del disaccoppiamento delle emissioni dal PIL durante il periodo di recessione economica, Tra il 2008 e il 2009, i livelli di gas serra sono scesi del 7,1% nell’UE-27, molto più del 4% di contrazione del PIL”, ha commentato il commissario Connie Hedegaard “Ora si deve stimolare l’innovazione tecnologica, la crescita economica e creare occupazione, riducendo ulteriormente le emissioni in modo raggiungere i nostri obiettivi climatico-energetici del 2020 e quelli a lungo termine”.
Proiettandosi nel 2020, è necessario che gli Stati membri dell’UE attuino le misure previste per assolvere all’impegno unilaterale dell’Unione volto a ridurre le emissioni del 20 %.
Risultati principali
– Le prime stime per il 2010 segnalano un incremento del 2,4 % delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE rispetto al 2009 (con un margine di errore pari a +/- lo 0,3 %), dovuto alla ripresa economica verificatasi in molti paesi, nonché a un maggiore fabbisogno di riscaldamento generato da un inverno più rigido. Tuttavia, il passaggio dal carbone al gas naturale e la crescita sostenuta della produzione di energie rinnovabili hanno consentito di arginare l’aumento di queste emissioni.
– I paesi membri dell’AEA e i paesi cooperanti che non appartengono all’UE e che hanno accettato l’obiettivo di Kyoto erano in linea con l’obiettivo alla fine del 2009, tranne il Liechtenstein e la Svizzera. Per raggiungere il proprio obiettivo, la Svizzera ha già deciso di ricorrere maggiormente ai meccanismi flessibili.
– I provvedimenti adottati in settori non coperti dal sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (EU ETS), quale quello residenziale, dei trasporti o dei rifiuti risulteranno particolarmente importanti per il raggiungimento degli obiettivi nazionali fissati per il 2020 in virtù del pacchetto UE clima ed energia del 2009.