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I Fridays for future tornano in piazza

Fridays for future
via depositphotos.com

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) va “nella direzione sbagliata; c’è un abisso tra quello che le persone in carica dicono di stare facendo e le azioni che realmente attuano”. I giovani ambientalisti di Fridays for future – quelli che ispirati da Greta Thunberg, la giovane ragazza svedese che ha iniziato a scioperare per la difesa del clima di fronte al Parlamento della sua nazione ogni venerdì, saltando la scuola e inaugurando così gli scioperi globali – dicono la loro sul Recovery plan e chiedono “quando si passerà dalle parole ai fatti”.

Il motivo è ancora più chiaro se si pensa al concetto di fondo del pacchetto di risorse europee perché – spiegano – “questo non è un gioco: i soldi di Next Generation EU” sono della Next Generation, e “vanno usati per la Next Generation”. Invece al momento “li state usando per svendere il nostro futuro”.

E’ per questo levano anche oggi, venerdì, levano un grido: “Non resteremo a guardare”. E saranno in piazza con due manifestazioni a Roma e a Bologna. “Abbiamo bisogno che i Piani per il Recovery fund vengano usati per far ripartire il Paese affrontando contemporaneamente la crisi climatica e ecologica – spiegano i Fridays – in questo periodo abbiamo sentito dire che la transizione ecologica è una priorità per il nostro Paese. Che la ripartenza deve essere sostenibile. La maggior parte degli economisti è concorde: la transizione ecologica è la migliore delle vie per uscire dalla crisi; e la scienza ci ripete che questa è la nostra ultima occasione per poter rispettare gli accordi di Parigi. Ma al governo, a quanto, pare, non interessa”.

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Il movimento dei ragazzi ecologisti sono netti quanto la loro simbolica più importante rappresentante: “Non ci servono più promesse vuote e obiettivi di riduzione delle emissioni pieni di scappatoie e lontani nel tempo. Servono azioni concrete, e servono subito. Le persone stanno già morendo e soffrendo a causa della crisi climatica. Oggi la transizione ecologica è solo una piccola parte del Piano, tra l’altro insufficiente e colma di greenwashing – concludono – in base alla previsione contenuta nel Pnrr per le energie rinnovabili insufficienti, l’idrogeno sì ma non verde, gli autobus a metano che è un gas fossile e non più sostenibile”.

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