L'antica pratica adottata nelle comunità che abitano le foreste tropicali, dopo essere stata vietata in molti stati, è recentemente stata vista come funzionale alla rigenerazione dei boschi
(Rinnovabili.it) – La pratica del “taglia e brucia” condannata da tanti stati che hanno vietato di bruciare le sterpaglie e i residui della potature nelle aree boschive tropicali sarebbe invece risultata sostanziale per la rigenerazione delle aree verdi.
“Proibire l’uso del fuoco, cosa che stanno facendo sempre più governi al fine di proteggere l’ambiente, dovrebbe essere rivista, perché potrebbe avere invece delle conseguenze differenti” ha dichiarato Laura Snook, a capo del progetto di ricerca sui boschi della Bioversity International.
Praticata dalla maggior parte dei coltivatori locali la combustione delle sterpaglie, annuncia un recente studio della Bioversity International, favorisce la rigenerazione degli alberi tropicali, importanti anche per il commercio visto il pregio dei legnami.
Le conclusioni, ottenute dopo anni di studi effettuati sulla vegetazione dello stato del Quintana Roo in Messico, hanno evidenziato che la gestione delle comunità locali ha dato vita nel tempo alla più grande delle foreste tropicali esistenti sottolineando che la pratica è stata ingiustamente condannata, come riferito da Christine Padoch, Direttore del Programma Livelihood del CIFOR (Center for International Forestry Research).
La stretta relazione che intercorre tra il settore forestale e quello dell’agricoltura in Quintana Roo è una caratteristica comune dei sistemi di produzione per i piccoli agricoltori nei tropici umidi, ha specificato la Padoch, meccanismi che per molti scienziati rimangono ancora sconosciuti e incomprensibili.
“Tali malintesi spesso sfociano in inadeguate politiche forestale e inadatte misure di conservazione, mentre le foreste di piccole dimensioni e gli agricoltori dovrebbero beneficiare di queste politiche.”
Dopo aver utilizzato su 24 ettari di terreno tre diversi metodi di coltivazione e gestione dell’area boschiva, il team di ricercatori analizzando ad 11 anni di distanza le differenze di vegetazione, per specie e rigogliosità, hanno notato che lì dove era stata adottata la pratica del “taglia e brucia” le specie, oltre risultare più forti, erano più eterogenee. Le pratiche meccaniche di disboscamento al contrario non hanno favorito la rigenerazione del verde, inaridendo il terreno e minando la biodiversità.