(Rinnovabili.it) – «Vi annuncio che il finanziamento annuo della Francia per il clima, che oggi è pari a 3 miliardi di euro, salirà a 5 miliardi di euro dal 2020». Lo ha annunciato ieri il presidente francese, François Hollande, ai delegati all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite durante il meeting di New York.
L’impegno è quasi un rilancio nei confronti della promessa di Obama, che durante l’incontro di venerdì scorso con il presidente cinese, Xi Jinping, aveva ribadito lo stanziamento di 3 miliardi di dollari a beneficio del Green Climate Fund, l’istituzione ONU con sede a Incheon, in Corea, con il compito di accumulare e reindirizzare i finanziamenti ai Paesi più poveri e minacciati dal cambiamento climatico.
Come capo dello Stato che ospiterà la COP 21 da fine novembre, Hollande sta cercando di porsi simbolicamente alla guida dei 196 Paesi impegnati nella Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Per questo ha assunto il ruolo di motivatore. Per il presidente francese, una delle chiavi del successo di questa conferenza sul clima è che le nazioni sviluppate dimostrino il loro impegno finanziario raggiungendo la cifra, stabilita in ambito ONU, di 100 miliardi di dollari l’anno dal 2020 versati nel Fondo verde per il clima.
Secondo Hollande, le altre due condizioni per un successo dell’accordo di Parigi sono la firma di un patto «universale, vincolante e differenziato» e l’inserimento di un meccanismo di revisione capace di garantire che le promesse vengano mantenute e che gli obiettivi vengano rivisti al rialzo, se necessario.
A questo proposito, ha insistito sul fatto che la roadmap tracciata dal prossimo importante vertice sarà soltanto «un punto di partenza» per garantire che le temperature globali non crescano oltre i 2 °C entro la fine del secolo. Una simile posizione è resa inevitabile dagli ultimi dati emersi proprio ieri: gli impegni sul taglio delle emissioni sono molto lontani dalla soglia dei 2 °C fissata nel 2010 in ambito UNFCCC. Lo scenario che si profila è quello di un aumento di 3.5 °C, drasticamente più pericoloso in termini di effetti sulle persone e gli ecosistemi.
Per questo, quando ieri Hollande ha detto che «a Parigi dovremmo semplicemente porci una domanda: l’umanità in grado di prendere la decisione di preservare la vita?», dovremmo avere chiaro che al momento la risposta è: no.