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Greenwashing: Shell promette ma non mantiene

Greenwashing
By Raysonho @ Open Grid Scheduler / Grid EngineOwn work, CC0, Link

Dei 6 miliardi promessi, Shell ne ha investiti soltanto 2. Con una clamorosa opera di Greenwashing, la multinazionale punta ancora sui combustibili fossili

(Rinnovabili.it) – Con ogni probabilit, Shell non rispetterà l’obiettivo dei 6 miliardi di dollari in investimenti verdi promessi dal 2016 alla fine del 2020. Dopo la creazione della nuova divisione New Energy nel 2016, la Compagnia anglo-olandese aveva nel 2017 promesso agli investitori che avrebbe speso tra l’1 e i 2 miliardi di dollari l’anno per lo sviluppo di un nuovo business basato sull’energia pulita, fino a raggiungere, entro il 2020, i 6 miliardi di investimenti. Tuttavia, gli investimenti non hanno per il momento superato i 2 miliardi di dollari e l’anno che rimane a disposizione prima della fine del termine non sarà certo sufficiente a colmare il buco di 4 miliardi.

Non si tratta, ovviamente, di una mancanza di disponibilità, quanto piuttosto di volontà. Da considerare c’è infatti che, in questo stesso periodo, Shell ha speso 120 miliardi di dollari, cioè sessanta volte tanto, nello sviluppo di progetti ancora basati sui combustibili fossili, stabilendo piani per aumentare ulteriormente la sua spesa a circa 30 miliardi all’anno nei primi anni del 2020.

 

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Simili opere di greenwashing e, in generale, promesse alle quali non seguono i fatti, sono comuni alla maggior parte delle aziende operanti nel settore energetico. La multinazionale con sede a L’Aia non è infatti l’unica a sostenere un ecologismo di facciata per poi tornare ad investire (aumentando per di più il budget) nei combustibili fossili.

Stando ai dati di Rystad Energy, società di consulenza norvegese, le cinque maggiori compagnie petrolifere d’Europa  hanno speso insieme lo scorso anno un totale di 5,5 miliardi di dollari per progetti di energia rinnovabile a fronte di un budget totale combinato di quasi 90 miliardi.  Con solo 1% del budget investito nelle rinnovabili, le grandi compagnie ed i grandi gruppi petroliferi, sbandierando un fasullo sostegno agli obiettivi climatici globali, continuano ad aumentare la produzione di combustibili fossili, molto più di quanto consentito dall’accordo sul clima di Parigi. 

 

I dirigenti delle compagnie “gridano a gran voce i loro relativamente piccoli investimenti nelle energie rinnovabiliha detto Stephen Kretzmann, direttore esecutivo di Oil Change International – ma continuano a riversare ogni giorno più carburante sul fuoco del riscaldamento globale”. “In passato alcune persone credevano che una compagnia petrolifera che avesse investito anche solo una piccola parte delle proprie risorse in energia rinnovabile fosse degna di lode. Il grosso problema non è l’investimento troppo scarso nelle energie rinnovabili, ma quello eccessivo, con il sostegno dei governi, nei combustibili fossili”.

Preso atto del mancato obbiettivo di cui sopra, Shell ha nuovamente annunciato la propria intenzione di spendere ogni anno dal 2021 al 2025 dai 2 ai 3 miliardi di dollari nella sua nuova divisione di energie, dichiarando di voler diventare entro il 2030 la più grande azienda elettrica del mondo. 

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