(Rinnovabili.it) – Si chiamano perfluororati (PFC) e sono composti organici di sintesi ampiamente impiegati in diverse filiere industriali, inclusa la produzione di abbigliamento outdoor, per la loro capacità di rendere i tessuti idrorepellenti e resistenti alle macchie. Si tratta di molecole bioaccumulabili che possono, durante il processo produttivo e nell’uso dei tessuti, arrivare nell’ambiente e rimanervi per lungo tempo, con ripercussioni negative sulla salute umana ed animale. Così negative che oltre 200 scienziati di 38 Paesi hanno chiesto l’eliminazione dei composti fluorurati (inclusi i PFC) da tutti i prodotti di consumo: nella “Dichiarazione di Madrid” dello scorso primo maggio spiegavano come questa intera classe di sostanze dovrebbe essere sostituita con alternative più sicure perché altamente persistente e potenzialmente tossica. Nonostante ciò liberarsene sembra più difficile del previsto.
Per conto di Greenpeace, solo due anni fa due laboratori indipendenti avevano testato 17 capi d’abbigliamento outdoor alla ricerca di questi composti scoprendo la loro presenza in tutti i campioni. «Quando acquistiamo una giacca per le nostre attività all’aria aperta, spesso immaginiamo di indossarla mentre ci godiamo una bella passeggiata in luoghi incontaminati e selvaggi. La verità è che proprio chi produce l’abbigliamento più adatto per stare in mezzo alla natura inquina l’ambiente con alcune delle sostanze tossiche più persistenti: i PFC», commenta Chiara Campione di Greenpeace Italia.
Ora l’associazione ambientalista è tornata sul problema organizzando sette spedizioni in luoghi remoti del Pianeta, alla ricerca di queste pericolose sostanze. Le mete? Torres del Paine, in Patagonia (Cile); i Monti Sibillini (Italia); i Monti Altai (Russia); i Monti Haba, nella regione dello Shangri La (Cina); i Monti Tatra (Slovacchia); i laghetti di Macun (Svizzera) e Treriksroset, al confine fra Svezia, Finlandia e Norvegia. La spedizione italiana è stata realizzata nei giorni scorsi al lago di Pilato, nel Parco nazionale dei Monti Sibillini, tra Marche e Umbria, con la collaborazione delle guide del Club Alpino Italiano (CAI), sezione di Foligno. La squadra ha raccolto campioni di acqua e neve che saranno inviati a un laboratorio specializzato in Germania per verificare la presenza di PFC.
Dal 2011 Greenpeace promuove la campagna internazionale “Detox” per chiedere a multinazionali e marchi globali dell’abbigliamento e del tessile di eliminare le sostanze chimiche pericolose da prodotti e filiere.