Zara firma l’impegno per eliminare le sostanze chimiche pericolose dai loro prodotti lungo tutta la catena di fornitura entro il 2020
Inoltre Inditex richiederà a 20 fornitori di rivelare i valori delle emissioni delle sostanze chimiche pericolose a partire da marzo (e ad almeno 100 fornitori entro la fine del 2013), garantendo a coloro che vivono vicino alle fabbriche tessili il diritto a un’informazione chiara e trasparente su quanto viene quotidianamente scaricato dai siti produttivi.
“I consumatori di tutto il mondo hanno fatto sentire la loro voce ed è ora per gli altri marchi come Esprit, Gap e Victoria’s Secret di ascoltare i loro clienti e liberarsi urgentemente dalle sostanze tossiche”, afferma Martin Hojsík, responsabile della campagna Detox di Greenpeace International, rivelando che soli nove giorni dopo la pubblicazione del rapporto-denuncia “Toxic Threads: The Big Fashion Stitch-Up” oltre 315 mila persone hanno aderito alla campagna Detox e oltre 700 persone hanno manifestato fuori dai negozi Zara in tutto il mondo. “I consumatori hanno il diritto di sapere come e quanto i fiumi sono inquinati dalle sostanze chimiche pericolose presenti nei nostri vestiti. L’impegno di Zara ad agire con più trasparenza è una pietra miliare nella produzione tessile e sarà la chiave di volta per convincere gli altri marchi a impegnarsi verso l’azzeramento delle emissioni di sostanze pericolose entro il 2020” conclude Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia.