(Rinnovabili.it) – Continua la diatriba tra Enel e Greenpeace sulla quale, dopo vari ricorsi e diffide, si apre un nuovo capitolo che questa volta si chiama “calunnia”. In seguito alla presentazione del cortometraggio “Uno al giorno”, infatti, la multinazionale italiana avrebbe inviato una lettera di diffida all’associazione ambientalista, accusata di calunnia per i modi e le motivazioni con cui ha inteso denunciare gli impatti sanitari della produzione elettrica a carbone di Enel, e richiesto la rimozione del cortometraggio di Calopresti perché ritenuto “calunnioso, diffamatorio e lesivo”. Nessuno stupore da parte di Greenpeace, che ha visto in questa mossa “l’atteggiamento arrogante di chi non sa rispondere sui contenuti” e non intende spostarsi di un millimetro dalle proprie posizioni. “Enel, l’energia che ti ascolta – ha commentato il responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, Antonio Boraschi – è sorda dinanzi alle nostre denunce, anche quando sono sostenute dal talento di molti artisti”.
Nessun passo indietro, dunque, anche perché i contenuti essenziali che vengono recriminati da Enel sono gli stessi del ricorso effettuato lo scorso luglio e che però, lo ricordiamo, il giudice civile di Roma ha respinto precisando che “il nucleo essenziale della notizia riportata da Greenpeace è conforme a verità”. Drastico il commento del Direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, che propone la rimozione dei vertici di Enel che hanno promosso carbone e nucleare. “Il futuro non è quello che loro disegnano – ha detto – prima se ne accorgono i nostri politici, vistpo che Enel è ancora pubblica al 31%, meglio è per tutti gli italiani”.