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Greenpeace contro la centrale a carbone rumena

(Rinnovabili.it) – Ben 250 milioni di euro di danni ambientali, sanitari ed economici, destinati a salire a 9 miliardi di euro nel corso della vita produttiva della centrale rumena di Galati e 45.000 giorni di malattia all’anno, equivalenti a un tasso di morte prematura di 40 casi ogni anno. A dare i numeri è Greenpeace, impegnata in una nuova battaglia, questa volta contro la volontà di Enel di costruire una centrale a carbone sul territorio rumeno, a Galati, che potrebbe mettere in serio pericolo ambientale e di salute l’area adiacente la centrale nei primi 200 km di raggio. Dimostrativo e volutamente plateale lo stile della protesta, partita a bordo di una enorme mongolfiera che ha sorvolato i cieli tra Bucarest e Galati, sulle cui fiancate l’associazione ambientalista ha lanciato 2 messaggi piuttosto inequivocabili: “Enel killer del clima”, da una parte, e “Enel minaccia Galati con 40 anni di inquinamento”, sull’altra.

 

Il bilancio che Greenpeace ha prospettato è tutt’altro che rassicurante. “La centrale dovrebbe bruciare carbone importato dall’Ucraina – si legge nel comunicato diffuso dall’associazione – questo vorrebbe dire un traffico di milioni di tonnellate del combustibile più sporco e dannoso sulle acque del Danubio, per 40 anni; e in quello stesso arco temporale un utilizzo insostenibile delle risorse idriche del fiume, nonché la realizzazione di un’area di stoccaggio di ceneri e scorie a cielo aperto, dalla quale si disperderebbero grandi quantità di inquinanti a poche decine di chilometri dal delta del Danubio, una delle aree di maggior pregio naturalistico in Europa”. Senza contare, poi, i risvolti “fiscali” della vicenda, dato che per Galati, essendo un’area tax free, non ci sarebbe alcun beneficio tributario.

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