Il tribunale russo ha respinto l'appello dei 28 attivisti e dei 2 videoreporter accusati di pirateria dopo una manifestazione pacifica contro le trivellazioni nel Mare Artico
(Rinnovabili.it) – Per salvare l’Artico dalle trivellazioni 28 attivisti di Greenpeace e due video operatori lo scorso 18 settembre si sono diretti verso la piattaforma petrolifera Prirazlomnaya, nella Russia Artica. Una visita che la Guardia Costiera russa non ha gradito. Spinta in acque internazionali la Artic Sunrise, la nave sulla quale viaggiavano, è stata abbordata il 19 settembre, e l’equipaggio accusato di pirateria e trattenuto in carcere.
Il mondo intero, consapevole della gravità e dell’infondatezza dell’accusa che in Russia prevede la pena pari a 15 anni di detenzione, si è subito mobilitato per non far far perdere le speranze a chi vuole solamente proteggere i mari e i delicati equilibri naturali di zone minacciate dalle trivellazioni. La delegazione italiana di Greenpeace due giorni dopo l’arresto degli attivisti si è recata dalla delegazione russa per cercare di sensibilizzarli per provvedere al rilascio dell’equipaggio che invece ancora oggi è detenuto.
“Chiediamo che tutti gli attivisti trattenuti vengano immediatamente rilasciati, che la Guardia Costiera abbandoni l’Arctic Sunrise e che vengano interrotte le trivellazioni petrolifere nell’Artico” affermava Greenpeace accusando la Guardia Costiera russa di aver reagito in maniera non adeguata.
«I coraggiosi attivisti dell’Arctic Sunrise hanno protestato contro la piattaforma della Gazprom per attirare l’attenzione sulla lenta ma inesorabile distruzione dell’Artico – afferma Kumi Naidoo, direttore di Greenpeace International – il ghiaccio si sta sciogliendo e le compagnie petrolifere si spostano a nord per estrarre quei combustibili fossili che contribuiscono alla fusione dei ghiacci. 30 uomini e donne, giovani e meno giovani, hanno fatto qualcosa per impedire questa distruzione. Come in passato, il loro coraggio e la loro determinazione è al servizio di un futuro migliore per i nostri figli. Hanno agito nell’interesse di tutti noi, ora dobbiamo attivarci e sostenerli nel momento in cui vengono rivolte loro accuse tanto gravi e irrazionali».
Tra gli attivisti arrestati anche un italiano, Cristian D’Alessandro che dovrà rimanere in carcere almeno fino al 24 di novembre, data prevista per il processo. Il tribunale di Murmansk ha infatti respinto il ricorso presentato dagli attivisti e dai due cineoperatori, che rimangono accusati di pirateria secondo l’articolo 227 del Codice Penale russo.
Per salvare l’equipaggio della Artic Sunrise Greenpeace Italia ha scritto una lettera anche al Presidente del Consiglio Enrico Letta e al Ministro Bonino per chiedere un impegno delle istituzioni in quella che ormai è una questione di importanza mondiale, con la speranza che anche il milione e 400mila firme ottenute grazie alla petizione dell’associazione ambientalista riescano a sensibilizzare la Russia.