La Russia trasforma l'accusa di pirateria in quella di teppismo per i 28 attivisti di Greenpeace che il 18 settembre scorso hanno protestato contro Gazprom
(Rinnovabili.it) – Continuano a rimanere in Russia i 28 attivisti di Greenpeace che nel mese di settembre sono stati catturati dopo aver protestato contro la piattaforma petrolifera Gazprom.
Dopo aver rifiutato la settimana scorsa la richiesta di appello, la Russia ripensa alla sorte degli attivisti ritirando l’accusa di pirateria, che prevede la detenzione fino a 15 anni trasformandola in accusa di teppismo: pena prevista 7 anni. Una notizia non buona quindi, che sta facendo il giro del web sottolineando quanto assurda sia la presa di posizione della Russia contro chi ha solo manifestato pacificamente contro le trivellazioni petrolifere nell’Artico per difenderne gli equilibri naturali.
Gli #Artic30, questo l’hashtag per seguire su twitter gli aggiornamenti in tempo reale, passano quindi da un’accusa all’altra senza possibilità di far valere le proprie ragioni e nonostante il mondo intero si stia mobilitando per far uscire dalle carceri siberiani gli uomini e le donne ancora detenuti.
Da Greenpeace arriva la notizia della modifica dell’accusa insieme allo sconcerto e all’incredulità per quanto sta accadendo.
“Hanno subito una aggressione – l’abbordaggio dell’Arctic Sunrise da parte della Guardia Costiera Russa – e stanno subendo, proprio in queste ore, una colossale e imperdonabile ingiustizia” dichiara l’Associazione ambientalista. “Noi rispediamo al mittente le accuse, inventate, di teppismo così come abbiamo fortemente contestato le accuse di pirateria. Entrambe sono frutto di fantasia, senza alcun rapporto con la realtà. Gli #Arctic30 hanno protestato pacificamente contro le pericolose attività di trivellazione petrolifera di Gazprom e dovrebbero essere liberi”.