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Greenpeace: anche la Giunti Editore salva le foreste

(Rinnovabili.it) – No alla carta proveniente da fonti a rischio deforestazione. È questo l’appello che Greenpeace ha lanciato poco più di un mese fa per sensibilizzare le case editrici a un utilizzo più consapevole e certificato della carta utilizzata per stampare i libri e che oggi è stato accolto anche dalla Giunti Editore. La casa editrice, infatti, si è impegnata in una politica di acquisti della carta più rigida, intraprendendo misure formali per escludere l’uso di carta prodotta da certe multinazionali poco attente al bene delle foreste. L’azienda inizierà da subito a utilizzare carta riciclata in 39 collane e intende arrivare al 2014 con il 40-50% di carta riciclata utilizzata e di coprire la restante parte delle produzioni editoriali con carta certificata Forest Stewarship Council (FSC). Oltre a Mondadori, GEMS, De Agostini e Feltrinelli, con l’ingresso della Giunti nella classifica Salvaforeste di Greenpeace, salgono a 5 le case editrici “sensibilizzate” che, a loro volta, sembrano aver stimolato altri atteggiamenti virtuosi. Gli editori Newton Compton e Sellerio, infatti, hanno deciso, rispettivamente, di interrompere i propri rapporti commerciali con l’azienda Asia Pulp and Paper (APP) e di orientare la propria produzione verso l’utilizzo di carte riciclate.

Soddisfatto l’Amministratore Delegato della Giunti Editore, Martino Montanarini, convinto che le foreste siano un patrimonio da salvaguardare e che gli editori giochino un ruolo fondamentale per difenderle. «Per questo – ha commentato – aderiamo volentieri e con orgoglio alla campagna deforestazione zero di Greenpeace rafforzando il nostro impegno a tutela dell’ambiente». Agli organizzatori della campagna Foreste di Greenpeace Italia resta, però, l’amaro in bocca per “l’imbarazzante silenzio” da parte di altri big dell’editoria italiana. «Da Rizzoli e più in generale dal Gruppo RCS – ha dichiarato la responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia, Chiara Campione un vergognoso silenzio per il quale noi e i lettori siamo davvero indignati».

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