Si è parlato di green economy durante il consueto appuntamento di Rinnovabili.it con UnoMattina. Mauro Spagnolo, in qualità di direttore della testata, ha potuto offrire un quadro completo della situazione in Italia confrontandosi in trasmissione con l’onorevole Ermete Realacci e il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello.
L’Italia della sostenibilità ambientale, grazie ad anni di impegno ha visto nel tempo dimezzati i consumi energetici, ridotti quelli dell’acqua e ha ampliato notevolmente il recupero dei materiali, di cui siamo anche importanti produttori: i numeri dell’economia italiana, sottolinea Realacci, evidenziano che scegliere la green economy conviene sia all’ambiente sia alle imprese.
A dare un quadro dell’imprenditorialità italiana il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, che ricordando i dati contenuti nel rapporto redatto con la collaborazione di Symbola ha puntato l’attenzione sul settore italiano. “Per rimanere competitivi sul mercato” ha commentato Dardanello “gli imprenditori hanno capito che grazie alla green economy possono valorizzare il proprio lavoro, consolidare il made in Italy nel mondo e creare le condizioni per lo sviluppo, di cui abbiamo bisogno in un momento di crisi come questo”. Attualmente lavorano nel settore circa 600mila imprese italiane e ogni giorno ne nascono di nuove, valorizzando ulteriormente il territorio e l’economia nazionale. Ma è Coldiretti a dare i numeri del successo di queste nuove imprese: in circa 3 anni la green economy potrebbe infatti creare 100mila nuovi posti di lavoro.
Tra i settori stimolati da una maggiore attenzione all’ambiente anche l’agricoltura che, nonostante le difficoltà oggettive, sta vivendo un momento importante nel quale è sempre maggiore l’attenzione che soprattutto i giovani imprenditori le rivolgono. A confermarlo il Ministro dell’Agricoltura Catania che sottolinea l’interesse dei giovani nei confronti di un settore che vedono come potenzialmente vincente, anche grazie ai risultati positivi ottenuti dall’applicazione delle nuove politiche che hanno condotto il comparto a ridurre notevolmente l’utilizzo di sostanze chimiche e ad adottare tecniche di coltivazione più rispettose dell’ambiente.
Ma spesso l’edilizia toglie spazio all’agricoltura appropriandosi di terreni per la costruzione di nuovi edifici. Il cemento lo scorso anno ha mangiato circa 1,5 milioni di ettari di terreni agricoli senza che il settore prendesse in considerazione la possibilità di riqualificare gli edifici esistenti invece di costruirne dei nuovi. Il rapporto Ecomafie di Legambiente ha infatti evidenziato 25.800 abusi edilizi solo nello scorso anno, numeri che fanno capire ancora una volta l’importanza dell’attenzione per il rispetto delle leggi e della sicurezza delle persone, che spesso rimangono vittime di edifici costruiti senza il rispetto delle normative di sicurezza né dei critici antisismici.
Per la riqualificazione, ha specificato Realacci, ha fatto molto il 55% di credito d’imposta che dava alle famiglie la possibilità di ottenere sgravi fiscali in caso di lavori di efficientamento energetico nelle proprie abitazioni. In Italia ne hanno usufruito 1,4 milioni di famiglie e l’iniziativa ha generato investimenti pari a 17 miliardi di euro dando la possibilità di lavorare a circa 50mila persone. Altrettanto potrebbe essere fatto per garantire alle abitazioni la sicurezza di cui hanno bisogno in caso di terremoto, ha proseguito l’onorevole suggerendo un occhio di riguardo alle scuole italiane, costruite per il 60% in periodi in cui ancora non esistevano norme antisismiche obbligatorie.
Ma per fortuna a risollevare gli animi i dati che evidenziano un trend positivo di crescita del numero dei lavoratori nella green economy: il 38% delle nuove assunzioni sarebbe infatti in questo settore e il 50% di queste vantano contratti a tempo indeterminato.
Ma la nuova economia amica dell’ambiente non solo è in grado di offrire nuovi posti di lavoro, ha anche il potere di creare nuove figure professionalità e nuovi mestieri. Di questo ha parlato Mauro Spagnolo che ha illustrato la nascita, nell’ultimo decennio, di nuove esigenze nel mercato del lavoro, ma anche la trasformazione di lavori tradizionali. Un cuoco può infatti facilmente trasformarsi in un ecochef se presta attenzione alle tecniche di cottura utilizzate e ai prodotti adoperati. Basterà infatti cucinare esclusivamente cibi biologici o a filiera corta per potersi definire un cuoco a basso impatto ambientale. Altro esempio l’architetto, che diventa green nel caso in cui si dovesse concentrare sulla progettazione di strutture che consumano l’energia che producono.
Un settore quindi, quello della green economy, che riesce ad abbracciare molteplici interessi offrendo possibilità reali di sviluppo in armonia con la crescita economica di cui la nazione ha bisogno e con il rispetto dei fragili equilibri ambientali, costantemente messi a dura prova dalle conseguenze di un cambiamento climatico che a volte non sembra non lasciare via di scampo.