(Rinnovabili.it) – A ridosso della COP20 di Lima, il Green Climate Fund vede arrivare anche il contributo della Spagna. O almeno, la promessa di un contributo. In verità, l’impegno di Madrid è piuttosto striminzito e simbolico, dato che il governo Rajoy contribuirà al fondo per l’aiuto ai Paesi poveri nella lotta al cambiamento climatico con soli 150 milioni di dollari. Minuzie in confronto agli impegni americani (3 miliardi di dollari), giapponesi (1.5 miliardi), britannici (1.3 miliardi), tedeschi e francesi (1 miliardo). Con questo denaro, la copertura del GCF si avvicina ai 10 miliardi annui chiesti dall’Onu alla sua fondazione, nel 2010. Adesso l’asticella infatti tocca i 9.7 miliardi di dollari, e dopo la conferenza Onu che si apre oggi a Lima si attendono nuovi impegni. Magari, chissà, anche quello italiano, dato che il nostro Paese si è sempre defilato, lasciando la passerella dell’impegno climatico alle altre grandi potenze durante il G20. La speranza è che a Lima, i vertici italiani non si limitino soltanto ad abbracciare un koala (o magari un lama) per finire in prima pagina, ma lancino se non altro una promessa di contributo al fondo.
In tutto, fino ad oggi, 22 Stati hanno assicurato sostegno al GCF, ma i primi 5 “sponsor” metteranno più dell’80% del totale. Un comunicato sul sito del fondo fa buon viso a cattivo gioco, dichiarando che la promessa spagnola dà un impulso positivo ai negoziati della COP, e che spera nel sostegno immediato «di molti altri Paesi che non hanno ancora contribuito».
Ma non è tutto oro quel che luccica: gli osservatori dai Paesi in via di sviluppo presso il Green Climate Fund lo sanno bene. Le promesse, infatti, possono far felice l’opinione pubblica, ma gli esperti resteranno scettici finché non “vedere cammello”. Temono che il fondo resti una scatola vuota per parecchio tempo, dato che non sono chiare le modalità e i tempi con cui verranno stanziate le risorse.