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La Grecia svende ai privati anche l’acqua

Il piano delle privatizzazioni greche coinvolge molti servizi pubblici. Trasporti ed energia la mazzata più pesante, ma fa paura l’attacco all'acqua

La Grecia svende ai privati anche l'acqua 2

 

(Rinnovabili.it) – Le privatizzazioni greche previste dal piano di salvataggio dell’Ue riguarderanno anche l’acqua. Proprio come in Italia (leggi l’intervista di Rinnovabili.it a Marco Bersani), la risorsa primaria per la vita quotidiana sta per essere sottratta alla gestione pubblica. Anche le principali società energetiche e delle infrastrutture passeranno di mano. La lista dei servizi da privatizzare, concordata con i creditori, è stata compilata dall’Hellenic Republic Asset Development Fund e resa pubblica la scorsa settimana dall’eurodeputato verde Sven Giegold. Il membro del Parlamento europeo ha detto che la maggior parte del popolo greco «a malapena sa» cosa verrà svenduto, ed ha «diritto a una maggiore trasparenza».

Nell’elenco figurano Eyath ed EYDAP, che forniscono servizi idrici e fognari alle regioni di Salonicco e Atene. Sembra che per il momento l’apertura ai privati non sia totale: il Consiglio di Stato greco avrebbe rifiutato di vendere le quote di maggioranza, cedendo il 23% di Eyath e l’11% di EYDAP. Tuttavia, mentre in Europa si sta combattendo una battaglia per inserire nella legislazione comunitaria il diritto umano all’acqua, in alcuni Stati membri e nelle segrete stanze degli accordi internazionali di libero scambio si organizzano le privatizzazioni di questo e altri servizi fondamentali.

 

La Grecia svende ai privati anche l'acqua

 

Il caso greco è emblematico: nel settore dell’energia il 66% di Desfa, società di distribuzione del gas e trattamento del gas liquefatto, verrà acquisito dall’Azerbaigian. Sorte analoga toccherà all’altro distributore di gas, Depa, che perderà il 65% delle quote. In mano a operatori privati anche il 35% della raffinazione e distribuzione del petrolio di Helpe e il 17% della società di distribuzione di energia elettrica PPC.

 

I trasferimenti maggiori sono quelli del comparto infrastrutture. 14 aeroporti regionali passeranno ai tedeschi della Fraport che avevano assicurato investimenti ma intendono già rinegoziare i termini dell’accordo con il governo. Il 67% dell’Autorità portuale del Pireo passerà a una serie di creditori fra cui i cinesi e la stessa quota del porto di Salonicco finirà alla Russian Railways. Lo shopping russo include poi tutto il settore del trasporto ferroviario e un pezzo del trasporto pubblico su gomma. Verrà venduto anche il 30% dell’aeroporto internazionale di Atene e 650 km di autostrada fra Grecia e Turchia.

 

Addio infine al 90% del servizio postale (Elta) e all’operatore telefonico OTE (già tedesco per il 40%), per arrivare al “gruzzoletto” di 50 miliardi di euro entro la fine dell’anno.