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La Grecia dice OXI agli OGM

La Grecia dice OXI gli OGM

 

(Rinnovabili.it) – Grecia e Lettonia utilizzeranno le misure di opt-out messe a disposizione dalla legislazione Ue sugli OGM per vietarne la coltivazione sul proprio territorio. La notizia arriva a pochi giorni dall’analoga presa di posizione della Germania, contenuta in una lettera scritta dal ministro dell’Agricoltura Christian Schmidt.

 

In quella missiva si leggeva che fino al 3 ottobre gli Stati membri possono annunciare la volontà di agire in deroga (opt-out) alle normative Ue in materia di organismi geneticamente modificati e, di conseguenza, chiudere le frontiere nazionali a colture approvate a livello comunitario. Ampiamente diffuso nelle Americhe e in Asia, il biotech ha diviso l’opinione pubblica e i governi in Europa, spianando la strada ad una legislazione che rimette la decisione alla coscienza del singolo Stato membro. In realtà, tra le pieghe della nuova normativa europea approvata lo scorso marzo, lo spazio di manovra è più compresso di quanto sembra: i divieti nazionali, infatti, non possono essere motivati dal rischio ambientale, perché la direttiva impone una valutazione «distinta e complementare» a quella dell’EFSA, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare che stima l’impatto ambientale a livello comunitario. Inoltre, «dovrebbero riguardare la coltivazione, e non la libera circolazione e l’importazione». In queste strettoie, a ben guardare, resta imbottigliata gran parte di quella libertà di scelta propagandata dalla Commissione europea (lo abbiamo spiegato diffusamente in questo articolo).

 

La Grecia dice OXI gli OGM 3

 

Dopo la mossa dei governi di Grecia e Lettonia, Monsanto ha scritto loro una letteravista da Reuters – in cui si rammarica per una scelta che «contraddice e mina il consenso scientifico sulla sicurezza del MON810. […] Ci dispiace che alcuni Paesi siano deviando da un approccio scientifico nei confronti dell’innovazione nel settore agricolo e abbiano deciso di vietare la coltivazione di un prodotto geneticamente modificato di successo per discutibili ragioni politiche».

Gli ambientalisti hanno esortato gli Stati membri a far valere il loro diritto di vietare le colture transgeniche sul proprio territorio.

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