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Nelle grandi dighe brasiliane annegano i diritti umani

L’arteria dell’Amazzonia è stata interrotta da due gigantesche dighe che hanno inondato 36 mila ettari di foresta abitata da tribù incontattate

Nelle grandi dighe brasiliane annegano i diritti umani

 

(Rinnovabili.it) – Le dighe lungo il fiume Madeira, nel Brasile occidentale, hanno invaso 36.100 ettari di foresta pluviale, costringendo alla fuga decine di migliaia di persone appartenenti a tribù indigene anche incontattate. Esse vivevano lungo il corso d’acqua, dal quale dipendevano.

Gli impatti dei due nuovi impianti di Jirau e Santo Antonio potrebbero estendersi oltre Brasile, fino a Perù e Bolivia. Non solo scacciano dalle loro terre gli indigeni, ma interrompono anche i flussi migratori del pesce gatto, spiega la ONG Amazon Conservation Association. Il gruppo ha rilasciato immagini satellitari che mostrano l’impatto delle due dighe sul Madeira. Quest’ultimo è una delle arterie blu che collegano le Ande peruviane alle pianure dell’Amazzonia. Attraverso di esse fluiscono i nutrienti per la terra e la mole d’acqua che alimenta l’immenso rio Amazonas, che taglia la foresta brasiliana da Ovest a Est.

Con le due dighe il percorso naturale delle acque è stato interrotto, allagando decine di migliaia di ettari di territori abitati dalle tribù. I sostenitori degli impianti dicono che questi progetti contribuiranno a generare posti di lavoro ed energia pulita, così come sminuiscono la portata delle inondazioni, mettendole in relazione alla vastità della foresta amazzonica.

 

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Ma per gli indigeni incontattati, sui quali ricade l’impatto delle grandi opere, non nessuna immunità a malattie comuni come l’influenza e il morbillo. Ogni forma di contatto rischia di spingerli verso l’estinzione, come è spesso accaduto in passato.

Le cose, per queste tribù, non sono destinate a migliorare: dopo la defenestrazione della presidente, Dilma Rousseff, è salito al governo il vice, Michel Temer. L’idea del nuovo esecutivo è rilanciare la crescita economica tramite l’avvio di mega progetti che coinvolgono miniere, dighe e strade, e godranno di una corsia preferenziale in barba alla deforestazione, gli impatti sulla biodiversità e i diritti dei popoli indigeni.