(Rinnovabili.it) – Molte parti della Grande Barriera Corallina dell’Australia non si riprenderanno mai dall’impatto delle eccezionali temperature dell’oceano che stanno martoriando la regione negli ultimi mesi estivi. Esattamente un anno fa si verificò il più grave sbiancamento dei coralli mai registrato, che ha ucciso oltre il 20% dei coralli nell’intero reef con punte anche del 70% in alcuni dei settori più settentrionali. Ma il ripetersi con sempre maggiore frequenza di episodi di stress termico acuto impedisce il recupero a quelle aree che sono sopravvissute, benché fortemente indebolite. E le prospettive per il prossimo futuro sono in peggioramento.
Lo afferma un report pubblicato oggi dall’ARC Centre of Excellence for Integrated Coral Reef Studies, organo governativo che monitora lo stato di salute della Grande Barriera Corallina. Il punto centrale è che la resilienza del reef sta rapidamente svanendo. I ricercatori hanno comparato i precedenti episodi di sbiancamento massivo della barriera, avvenuti nel 1998 e nel 2002. “Purtroppo, abbiamo avuto la conferma che l’esposizione in passato a eventi di bleaching non ha reso i coralli più tolleranti né forti nel 2016”, spiega Terry Hughes, primo autore dello studio.
Altro punto sollevato da ARC è la frequenza crescente con cui si stanno registrando temperature anomale delle acque dell’oceano. I record del 2016 sono in larga parte dovuti al passaggio di El Nino, il fenomeno climatico che si presenta ciclicamente, a distanza di 5-7 anni. Ma anche i pattern di El Nino potrebbero cambiare a breve: quest’anno infatti ha già il 50% di probabilità di riformarsi, senza aver lasciato alcun periodo di pausa. Tuttavia, per quanto riguarda la Grande Barriera Corallina, in queste ultime settimane lo stress termico è giunto a livelli di guardia anche senza El Nino. Le ultime rilevazioni mostrano che un nuovo fenomeno di bleaching è in corso e i coralli in diversi settori stanno di nuovo morendo.